L’Alzheimer è una delle malattie più temute, soprattutto perché non dà via di scampo. Sono anni che l’Alzheimer è considerata senza possibilità di cura, anzi più va avanti e più peggiora. Una malattia difficilissima da vivere non solo per il malato, che perde i propri ricordi, ma anche per le persone care che gli stanno attorno. Gli scienziati non hanno mai accettato che non ci fosse cura e la loro perseveranza ha dato i suoi frutti. I ricercatori della Fondazione EBRI Rita Levi Montalcini hanno scoperto una molecola, l’anticorpo A13, in grado di fermare la progressione della Malattia di Alzheimer (MA) contrastando i difetti che caratterizzano le fasi precoci della malattia e favorendo la nascita di nuovi neuroni. Una scoperta rivoluzionaria e tutta italiana!
Leggi anche: Autostrada A26 riapertura, Genova esce dall’isolamento
Malattia di Alzheimer: scoperto anticorpo
Gli scienziati hanno dimostrato, attraverso lo studio pubblicato su Cell Death and Differentiation, che l’anticorpo A13 è in grado di fermare l’avanzare della Malattia di Alzheimer nelle sue fasi iniziali. Per capire meglio come agisce questo tipo di molecola, dobbiamo prima spiegare che cosa provoca l’Alzheimer a livello fisico.
In poche parole la malattia, nelle fasi precoci, riduce di molto la nascita di nuovi neuroni nel cervello adulto (neurogenesi) a causa dell’accumulo di aggregati tossici della proteina beta amiloide, chiamati A-beta oligomeri. Nel corso di una sperimentazione i ricercatori sono riusciti a neutralizzare gli aggregati tossici iniettando l’anticorpo A13 nel cervello di un topo transgenico con malattia di Alzheimer. Il risultato è stato la nascita di nuovi neuroni e ringiovanire il cervello.
La rivoluzione
Attraverso questa tecnica i ricercatori hanno dimostrato che è possibile ristabilire la corretta neurogenesi. E’ possibile recuperare l’80% dei difetti causati dalla patologia di Alzheimer nella fase iniziale. Per la prima volta sono stati intercettati e neutralizzati sul nascere i singoli “mattoncini tossici”, prima che questi provochino un danno neuronale irreversibile. Una scoperta importantissima che potrebbe aiutare la scienza ha individuare in anticipo l’arrivo della Malattia di Alzheimer.