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Marco Vannini Cassazione: Antonio Ciontoli ha chiesto un’ulteriore riduzione di pena, la famiglia Vannini un nuovo processo

Omicidio Marco Vannini news: il settimanale Giallo intervista la madre del bagnino di Cerveteri morto la notte del 19 maggio 2015 dopo essere stato colpito da un proiettile in casa del suocero. “Non sapremo mai la verità sulla morte di Marco ma spero ancora nella giustizia”, questa l’amara consapevolezza della donna in attesa che tra poco di un mese la Cassazione emetta il terzo grado di giudizio sul processo Ciontoli.

Antonio Ciontoli Cassazione: la sua richiesta di ulteriore riduzione pena sarà accolta?

Il 7 febbraio 2020 arriverà la sentenza della Cassazione per Antonio Ciontoli e famiglia. I giudici dovranno esprimersi in merito al ricorso presentato dalla famiglia Vannini, che chiede l’annullamento della blanda sentenza d’Appello che ha inflitto 5 anni ad Antonio e 3 ai suoi familiari e un nuovo processo. La Suprema Corte deve dunque decidere se la condanna a soli 5 anni di carcere inflitta in Appello ad Antonio Ciontoli (con il reato di omicidio volontario derubricato a omicidio colposo) sia congrua rispetto alla gravità del reato commesso. Tuttavia, sebbene alleggerita, quella medesima sentenza non è andata giù alla famiglia Ciontoli che l’ha appellata chiedendo la cancellazione dell’aggravante della colpa cosciente (riconosciuta quando chi commette un reato ha consapevolezza dell’evento che ne può scaturire, nel caso di specie la morte di Marco Vannini dopo essere stato colpito da un proiettile esploso a bruciapelo) e quindi una ulteriore riduzione della pena.

Nessuno udì lo sparo in casa Ciontoli: i giudici “hanno creduto alle loro bugie”

Ciontoli, oggi ex militare della Marina distaccato ai servizi segreti, ha sostenuto in aula di non essersi reso conto che il fidanzato della figlia stesse rischiando la vita sebbene avesse un proiettile in corpo, e di avere maneggiato un’arma (una pistola calibro 9 da lui detenuta regolarmente) che nemmeno sapeva usare bene. I genitori di Marco non si capacitano del fatto che questa sua versione dei fatti, decisamente poco verosimile, sia stata presa per buona al processo e giudicata attendibile, aderente alla realtà. “L’ho già detto e lo ripeto: tra un po’ queste persone (la famiglia Ciontoli ndr) arriveranno a sostenere che Marco si è ucciso da solo!”, ha dichiarato mamma Marina a Giallo.

Mamma Marco Vannini: “La mia paura aumenta”, poi l’amara constatazione

“Marco mi ha chiesto di fargli vedere la pistola, io l’ho presa in mano ma mi è scivolata. Nel tentativo di afferrarla ho premuto il grilletto”, fu questa la prima versione che Antonio Ciontoli fornì agli inquirenti, per poi modificarla parlando di uno scherzo finito in tragedia: “Volevo solo spaventarlo e mi è partito un colpo. Non sapevo nemmeno che la pistola fosse carica”. Una versione che poi ha sostenuto anche in aula, nel processo di secondo grado, che però non ha mai convinto la famiglia della vittima e ancor oggi consta di diverse zone d’ombra che forse non saranno mai chiarite. I giudici “hanno creduto alle loro bugie”, perché come è possibile che nessuno dei presenti in casa oltre ad Antonio Ciontoli abbia sentito il colpo di pistola? Se lo chiede mamma Marina. La donna teme che il verdetto dell’Appello possa essere confermato dalla Cassazione, e ha paura. Tanta. “Io non chiedo altro che giustizia. Pretendere di conoscere la verità sarebbe troppo, perché ho realizzato che non verrà mai fuori […] La giustizia non può tutelare chi commette un reato e abbandonare al proprio destino le vittime e i loro cari”.

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