Marco Vannini omicidio: clamorosa indiscrezione sul caso. “Ciontoli era fuori ed è stato chiamato dai familiari dopo quello che avevano combinato”: una lettera anonima dal contenuto sconcertante è stata recapitata a casa dei coniugi Vannini, genitori del 20enne di Cerveteri ucciso nel maggio di quattro anni fa in casa della fidanzata Martina Ciontoli a Ladispoli. L’autore della lettera anonima, di cui dà notizia il settimanale Giallo – conferma le recenti rivelazioni di Davide Vannicola, ovvero che a sparare non sarebbe stato il capofamiglia, Antonio Ciontoli, ma il figlio Federico.
Lettera anonima ai Vannini: “Controllate i tabulati”
Come sottolinea il settimanale diretto da Andrea Biavardi, “La famiglia di Marco chiede di sentire quattro persone” per far luce sulla vicenda, capire se siffatte indiscrezioni abbiano o meno fondatezza. L’autore della missiva anonima invita chi di dovere a compiere approfonditi accertamenti sulle celle telefoniche risalenti all’epoca in cui si svolsero i fatti (maggio 2015) poiché proprio lì sarebbe possibile rinvenire la prova di quanto asserito. “Controllate i tabulati”, vi sarebbe scritto nella lettera. Chi scrive asserisce che, nel momento in cui Marco Vannini fu ferito, Antonio Ciontoli non si trovasse in casa. Non sarebbe dunque stato lui a premere il grilletto? Il dubbio si fa sempre più atroce e la famiglia Vannini ora chiede di far luce in merito. Davvero Antonio Ciontoli si è assunto la responsabilità dello sparo per salvare uno dei suoi familiari?
Cosa dice Davide Vannicola
Secondo Davide Vannicola, sarebbe stato Federico Ciontoli ad aprire il fuoco, non suo padre Antonio. L’uomo ha dichiarato a mezzo stampa di avere appreso ciò da una confidenza fattagli dall’amico Roberto Izzo, ex comandante dei carabinieri di Ladispoli e testimone al processo. A suo dire subito dopo il ferimento di Marco, Antonio Ciontoli chiamò l’amico carabiniere al cellulare (telefonata e dispositivo da cui sarebbe partita la presunta telefonata non sono mai stati agli atti del processo) e gli disse: “Robè (Roberto Izzo, ndr), è successo un guaio, mi devi risolvere un problema. Qui la mia famiglia ha fatto un casino, c’è il ragazzo di mia figlia ferito nella vasca con un colpo di pistola. Mi devi aiuta, mi devi risolvere ‘sto problema”. Izzo replicò: “Fammi capì, ma che è successo? Fammi capì”. E Ciontoli rispose: “Robè, hanno fatto un guaio grosso. Mi devi aiuta, mi devi fa capì come risolverlo”.
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