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Matteo Cagnoni ergastolo, motivazioni sentenza: il dermatologo dei vip tradito dalla sua stessa natura menzognera

25/12/2018 09:54

Omicidio Giulia Ballestri news: depositate le motivazioni della sentenza che lo scorso 22 giugno ha condannato all’ergastolo il marito della 39enne Matteo Cagnoni, noto dermatologo ravennate. Omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, questa l’accusa a suo carico. Da ieri si conoscono nel dettaglio le motivazioni che hanno portato i giudici della Corte d’Assise di Ravenna a giudicare il medico unico e solo responsabile del massacro. Giulia Ballestri, madre di tre figli, fu barbaramente uccisa a bastonate la mattina del 16 settembre 2016 nella villa disabitata di famiglia sita in via Padre Genocchi, nel centro storico di Ravenna, dove il marito l’avrebbe attirata con l’inganno. L’imputato si è sempre dichiarato innocente ed ha respinto ogni accusa.

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Contro Cagnoni prova genetica e prova botanica

Un fascicolo di 374 pagine dove si dà importanza alla “prova genetica” (i reperti isolati dalla Scientifica sulla scena del crimine, che riconducono all’imputato) ma anche alla cosiddetta “prova botanica“, cioè il tronco di pino prelevato dalla villa di Marina Romea e usato per uccidere Giulia. La donna fu colpita ferocemente con quel tronco davanti ai quadri usati da Cagnoni, secondo l’accusa, quale pretesto per attirarla lì e ucciderla.

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Il dermatologo tradito dalla sua natura “zoppicante e fallace”

Quella del dermatologo dei vip una natura “zoppicante, cangiante, fallace oltre che mistificatoria e per la gran parte menzognera” che avrebbe ancor di più convinto la Corte della colpevolezza dell’imputato. “Proprio seguendo le tracce dichiarative di Cagnoni, ha introitato notevoli e anche decisivi supplementi investigativi”. Per la Corte “la verità processuale che si consegna” alla Corte, “è quella che vede Matteo Cagnoni avere definitivamente marchiato con il rosso del sangue con entrambe le mani, la propria responsabilità”. Il riferimento è alle tracce di impronte palmari trovate sulla scena del crimine.

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