Undici fiancheggiatori del boss latitante, Matteo Messina Denaro, sono stati arrestati nell’ambito della operazione antimafia “Ermes”, indagine iniziata nel 2011 e coordinata dal procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Teresa Principato e dai pm Paolo Guido e Carlo Mazzella.
L’operazione ha permesso di sgominare una rete di comunicazione tra il boss e i suoi fiancheggiatori, messa in atto con il tradizionale metodo dei ‘pizzini’: i bigliettini, perfettamente ripiegati e chiusi con dello scotch, venivano nascosti sotto i sassi, in due masserie nelle campagne di Mazzara del Vallo e Campobello di Mazzara, di proprietà dei due allevatori in carcere, Vito Gondola e Michele Terranova. Durante i summit mafiosi, i messaggi venivano rigorosamente letti e poi distrutti, queste le rigide regole imposte della primula rossa di Cosa Nostra ai suoi fedelissimi.
L’arresto dei presunti esponenti di Cosa Nostra molto vicini al boss trapanese latitante è avvenuto dopo una lunga indagine della Dda di Palermo, durante la quale sono state compiute perquisizioni nelle province di Trapani e Palermo.