Gli 80 euro al mese tornano ad essere al centro del dibattito politico. A lanciare la polemica è stato Beppe Grillo, che dal suo blog denuncia come 1,4 milioni di italiani beneficiari del bonus siano stati costretti a restituire tutto per il periodo d’imposta 2015, non rientrando più nei parametri previsti dalla misura (tra questi, 341 mila avrebbero un reddito inferiore ai 7.500 euro annui).
Tre giorni fa Il Fatto Quotidiano ha raccontato la storia di Eugenia, giovane cuoca 31enne che per un anno ha avuto diritto al bonus in busta paga, ma che successivamente è stata costretta a restituire interamente e in un’unica soluzione la somma ricevuta avendo percepito un reddito inferiore agli 8.000 euro annui stabiliti dal provvedimento. Secondo quanto riportato dalla stessa fonte, la stessa sorte spetta a un beneficiario su otto.
Ma chi sarà costretto a restituire i soldi? In un video su YouTube Matteo Renzi parla di una “polemica” sterile nata a pochi giorni dal voto con l’obiettivo di spaventare la classe media affermando quanto segue: “Beppe bugiardo dice falsità sugli 80 euro e dimostra ancora una volta che in politica c’è chi fa le cose per l’Italia e chi punta ai voti in campagna elettorale permanente”. Chiarendo che “molto banalmente chi ha guadagnato più di 25 mila euro lordi, superando la soglia di reddito prevista, deve restituire gli 80 euro”. Le soglie per accedere al bonus, insomma, devono essere rispettate sia in entrata che in uscita.
Ma cosa accadrà a chi ha guadagnato meno degli 8.000 euro annui stabiliti?