Lontani ma neanche troppo i tempi in cui Matteo Salvini si immortalava sui social in procinto di addentare una fetta di pane e Nutella: cosa è cambiato da allora? Lo ha spiegato in occasione di un comizio a Ravenna ieri, giovedì 5 dicembre 2019, su assist di una battuta giunta dal pubblico presente. «No signora, – replica il leader della Lega durante l’intervento rivolgendosi ad una componente della platea – non ho freddo… sto bene. Poi mangio pane e salame e due sardine e sto ancora meglio…». Ma al suggerimento «E la Nutella» levatosi dal pubblico, Salvini stupisce.
Matteo Salvini contro la Nutella: «Usa nocciole turche, preferisco aiutare gli agricoltori italiani»
«La Nutella? – sottolinea Matteo scagliandosi contro la famosa crema spalmabile a marchio Ferrero – Ma lo sa signora che ho cambiato?». E motiva così le proprie scelte: «Perché ho scoperto – spiega – che (la Ferrero, ndr) per la Nutella usa nocciole turche, e io preferisco aiutare le aziende che usano prodotti italiani, preferisco mangiare italiano, aiutare gli agricoltori italiani». Le giornate dell’ex vice premier, dunque, non iniziano più con la famosa colazione dei campioni, eppure solo l’anno scorso Salvini scriveva: «Il mio Santo Stefano comincia con pane e Nutella, il vostro???», era il 26 dicembre 2018.
Ferrero e nocciole turche, cosa c’è dietro
Per fare un po’ di chiarezza sulla questione Ferrero, bisogna specificare che l’azienda è la maggiore consumatrice di nocciole italiane, in particolare piemontesi, del Paese. La quantità di nocciole prodotte in ‘casa’, però, non riesce a soddisfare il fabbisogno mondiale di produzione di Nutella. Stando ad un’inchiesta della Bbc, «All’incirca i tre quarti delle nocciole mondiali arrivano dalla Turchia, e il più grande acquirente al mondo è Ferrero». Pare, però, che la manodopera utilizzata per la raccolta dei frutti non sia del tutto etica: «A farlo – riportava la Bbc nel servizio – sono soprattutto migranti, anche bambini, che lavorano molte ore per una paga misera». Si parlerebbe di 15 euro al giorno. Ma la Ferrero, dal canto proprio, ha precisato: «Se siamo certi che un prodotto è frutto di pratiche non etiche, non lo tocchiamo. Stiamo cercando di fare il massimo sforzo per migliorare le pratiche con lo sviluppo di programmi di educazione e formazione. Il sistema è completamente pulito? Penso che nessuno potrebbe dirlo, ora. – ha dichiarato Bamsi Akin, general manager di Ferrero Hazelnut Company in Turchia – Ma abbiamo gli strumenti per monitorare la produzione dei nostri fornitori. E siamo sempre onesti nelle comunicazioni con i consumatori».
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