26/12/2018 21:47
- Aggiornamento 26/12/2018 22:00
Mattia Mingarelli trovato morto: è arrivato l’esito della autopsia eseguita sul cadavere del 30enne comasco scomparso lo scorso 7 dicembre e rinvenuto senza vita la vigilia di Natale in un bosco di Chiesa in Valmalenco, in provincia di Sondrio. Ebbene, l’esame autoptico avrebbe escluso la presenza sul corpo di segni di violenza. Elemento, questo, che fa più concreta l’ipotesi della morte accidentale.
Il giovane potrebbe infatti aver perso la vita in un incidente. L’autopsia è stata eseguita mercoledì pomeriggio a Sondrio, ed ha quindi permesso di scartare la pista dell’omicidio. Il suo cadavere si trovava accanto alla baita affittata dalla sua famiglia nei pressi di un rifugio. Mattia era giunto lì con il suo cane per trascorrere un breve periodo di vacanza. Era stato proprio il gestore del rifugio l’ultimo a vederlo e il responsabile del ritrovamento nella neve del cellulare del ragazzo. L’uomo è stato sentito più volte come persona informata sui fatti e le informazioni fornite hanno consentito agli inquirenti di ricostruire in parte la dinamica dei fatti.
I nuovi elementi emersi si aggiungono a un’altra novità: l’ipotesi dello spostamento del cadavere fatta in un primo momento è stata smentita. Il cadavere è stato rinvenuto sotto un pilone della seggiovia, ai margini delle piste; per le caratteristiche della sua posizione e le condizioni in cui è stato rinvenuto, pare infatti che si fosse esclusa la possibilità di un posizionamento posteriore al decesso. Tuttavia prima che il caso possa dirsi definitivamente chiuso si dovranno attendere i canonici 60 giorni per conoscere i risultati del lavoro effettuato dal medico sul corpo e l’esito degli esami tossicologici.