Quando arrivò al Milan quest’estate Pippo Inzaghi fece una promessa a sè stesso: non sarebbe andato via finché non sarebbe riuscito ad emulare il suo maestro Carlo Ancelotti che ha vinto prima da giocatore e poi da allenatore. Ma Inzaghi è consapevole che ci vorrà fatica e lavoro duro, e per vincere grandi trofei bisogna ottenere traguardi intermedi e infatti Inzaghi all’inizio della sua esperienza da tecnico ha promesso la vittoria della Coppa Italia e il ritorno in Europa. “Spesso mi capita di passare notti insonni a pensare che il mio obiettivo è riportare il Milan in Europa” ha confessato Inzaghi in un’intervista a Milan Channel.
Sono tanti i temi toccati dall’intervista in occasione dei primi cento giorni sulla panchina rossonera: “Sono stati belli, emozionanti ed intensi, sto facendo un lavoro bellissimo , la società mi ama, la squadra mi rende orgoglioso e i tifosi mi fanno felice, anche se dobbiamo fare ancora molto per conquistarli del tutto”. “La cosa che mi rende più orgoglioso” prosegue Inzaghi “è che la squadra mi segue, hanno capito la mia idea di gioco di calcio equilibrato prendendo pochi gol, e finalmente si vede una squadra con un’identità”.
Si è parlato poi dei singoli e dei miglioramenti di gente come Honda, Zapata e Abate: ” Non voglio prendermi meriti che non sono miei, chiedete agli interessati se è merito mio dei loro miglioramenti, forse ho solo contribuito a fargli crescere l’autostima.” Poi si chiude con la domanda sulle difficoltà del passaggio in panchina: “Impossibile farsi amare da tutti ma mi auguro di essere apprezzato per la mia correttezza, non farò mai una scelta per simpatia. Normale mettere davanti il gruppo al singolo, il collettivo esalta il giocatore.C’è stata emozione al momento della scelta del Milan per la panchina ma poi subito al lavoro per rendere orgoglioso chi mi ha voluto. Chiaro che la prima cena ad Arcore sia stata molto emozionante, la terrò sempre nel cuore. L’unico rammarico di quella giornata è stato l’infortunio a Montolivo”