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Monti non si Candida, Casini e Montezemolo Insistono

24/12/2012 15:30

“Per le forze che sono disposte ad aderire in maniera convincente e coerente al programma di Monti, sono pronto a dare il mio apprezzamento, incoraggiamento, e, se richiesto, la mia guida. Inoltre sarei disposto ad assumere un giorno, se le circostanze si prestano, le responsabilità che possono essere conferite dal Parlamento “, ha dichiarato ieri Mario Monti in una conferenza stampa a Roma. In Italia gli elettori non scelgono direttamente un candidato primo ministro. I cittadini voteranno alle urne per una lista di partito o di coalizione, che presenterà il suo candidato premier. Così Monti, non svolgendo più alcun ruolo all’interno dell’esecutivo per il Parlamento, potrebbe ancora essere un candidato designato a primo ministro. Alla domanda se un partito o una coalizione sostenendo il suo ordine del giorno gli chiedessero di essere il loro candidato, Mario Monti ha risposto: “Mi piacerebbe prenderlo in considerazione,” ha detto.

Monti “ha reso chiara la confusione politica delle alleanze ed è pronto a guidare il prossimo governo in Italia – ha dichiarato Nicholas Spiro, direttore generale di Spiro Sovereign Strategy a Londra – il professore è diventato da tecnico a politico, che lo voglia o no”. Monti è intervenuto ieri in due ore di conferenza stampa per difendere i suoi 13 mesi in potere, dicendo che ha salvato l’Italia dalla crisi finanziaria che aveva spinto a 10 anni i rendimento dei titoli a un tasso superiore al 7%, e che tale misura è diminuita più di 200 punti base, al 4,47%, mentre il differenziale di rendimento del paese con la Germania, il famoso spread BTP Bund, si è ridotto a 309 punti base da 518 al momento dell’insediamento del governo tecnico. La riduzione del premio di rischio in Italia non è solo dovuto alla Banca Centrale Europea, ma agli investitori che hanno premiato le riforme economiche del paese, ha dichiarato.

Luca Cordero di Montezemolo Pressing su MontiL’Italia ha bisogno di una maggioranza ampia parlamentare per difendere ed estendere le sue riforme economiche che devono andare al di là delle divisioni tradizionali tra destra e sinistra, ha sostenuto il premier. Allo stesso tempo, Monti ha respinto un ouverture di Silvio Berlusconi. L’ex primo ministro si era offerto di abbandonare la campagna se Monti non appoggiasse un’alleanza di “moderati” formata da forze che includessero sia Berlusconi e il Popolo delle Libertà e sia la Lega Nord, uno dei partiti più critici del suo governo. Monti è corteggiato da un gruppo di piccoli partiti tra cui l’UDC guidato dal politico cattolico Pier Ferdinando Casini, e da Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Ferrari SpA, che ha formato un nuovo partito, nel tentativo di far scendere in campo Monti alle prossime elezioni. Per Monti, la decisione di rinunciare a un’offerta da candidato alle elezioni, si è basata su considerazioni di ordine pratico. La coalizione Monti sostenuta dai partiti centristi otterrebbe circa il 15% dei voti, secondo quanto sostenuto da Maurizio Pessato, vice presidente della società di sondaggi SWG SpA, in un’intervista.

Il Movimento di Montezemolo approvando le osservazioni di Monti, ha dichiarato in una nota che “sarebbe orgoglioso di sostenere l’agenda Monti”. Il premier ha segnalato che il leader del Partito Democratico Pier Luigi Bersani dovrebbe prendere in considerazione un’alleanza con la coalizione Casini-Montezemolo per avere le forze che siano in grado di formare una maggioranza più “ampia”. I democratici attualmente guidano i sondaggi d’opinione, che posizionano il PD e i suoi alleati in testa ai sondaggi con quasi il 40% dei consensi. Eppure, questo non può essere sufficiente ad ottenere la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento. “Ci sarà un attento esame alle proposte di Monti per capire quando queste coincidono con le nostre e dove divergono”, ha dichiarato Bersani. “Per quanto riguarda il punto di vista politico, saranno i cittadini italiani a decidere.”