“E’ sempre stato un ragazzo tranquillo, frequentava il circolo Acli dove svolgeva anche dei lavoretti. Problemi con le ragazze? No, non mi risulta nulla di tutto ciò. Per me Luca è un bravo ragazzo”, queste le parole di don Adriano Ralli, parroco di Castiglion Fibocchi, chiamato a testimoniare in aula dalla difesa. Luca Vanneschi è uno dei due aretini sotto processo. Il difensore di Vanneschi,Stefano Buricchi, aveva chiamato 25 testimoni a deporre, si sono presentati in undici, gli altri risiedono all’estero. Tra i testi anche l’ex fidanzato di Martina, per cui la ragazza aveva sofferto particolarmente, gli amici della giovane e quelli di Vanneschi. Poi il succitato parroco e il fratello dell’imputato.

Strategia della difesa tracciare il profilo dell’imputato attraverso le parole e testimonianze di chi lo conosce bene; i secondo luogo fare emergere la presunta fragilità psicologica di Martina Rossi, al fine di suffragare quella che è la tesi della difesa: il suicidio della ragazza. Quando l’ex fidazato della ragazza ha preso parola in aula, ha raccontato la difficoltà da parte di Martina di rassegnarsi alla fine della loro relazione. Ha addirittura parlato di “attenzioni morbose” e reiterate nel tempo che la ragazza gli riservò. Da Martina avrebbe ricevuto addirittura 70 telefonate in un breve lasso di tempo. I fatti narrati risalgono tuttavia al 2009, due anni prima del decesso della giovane. Da allora i due non ebbero più contatti.
Leggi anche: Morte Martina Rossi, i due testimoni danesi hanno finalmente deposto in aula: la drammatica ricostruzione
“E’ sempre stato un ragazzo tranquillo, frequentava il circolo Acli dove svolgeva anche dei lavoretti. Problemi con le ragazze? No, non mi risulta nulla di tutto ciò. Per me Luca è un bravo ragazzo”, queste le parole di don Adriano Ralli, parroco di Castiglion Fibocchi, chiamato a testimoniare in aula dalla difesa. Luca Vanneschi è uno dei due aretini sotto processo. Il difensore di Vanneschi,Stefano Buricchi, aveva chiamato 25 testimoni a deporre, si sono presentati in undici, gli altri risiedono all’estero. Tra i testi anche l’ex fidanzato di Martina, per cui la ragazza aveva sofferto particolarmente, gli amici della giovane e quelli di Vanneschi. Poi il succitato parroco e il fratello dell’imputato.
Strategia della difesa tracciare il profilo dell’imputato attraverso le parole e testimonianze di chi lo conosce bene; i secondo luogo fare emergere la presunta fragilità psicologica di Martina Rossi, al fine di suffragare quella che è la tesi della difesa: il suicidio della ragazza. Quando l’ex fidazato della ragazza ha preso parola in aula, ha raccontato la difficoltà da parte di Martina di rassegnarsi alla fine della loro relazione. Ha addirittura parlato di “attenzioni morbose” e reiterate nel tempo che la ragazza gli riservò. Da Martina avrebbe ricevuto addirittura 70 telefonate in un breve lasso di tempo. I fatti narrati risalgono tuttavia al 2009, due anni prima del decesso della giovane. Da allora i due non ebbero più contatti.
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