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Morte Stefano Cucchi, la sorella Ilaria: «Lo Stato deve chiederci scusa». Salvini: «Famiglia benvenuta al Viminale»

11/10/2018 17:59 - Aggiornamento 11/10/2018 22:06

“Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello. Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi”. Inizia così un post pubblicato su Facebook questo pomeriggio da Ilaria Cucchi, sorella di Stefano Cucchi sul cui caso sono arrivate oggi novità importanti. A nove anni dai fatti, durante un’udienza del processo bis a carico di cinque carabinieri, è arrivata la deposizione di un militare dell’Arma che ha finalmente ammesso il pestaggio ai danni della vittima deceduta dopo lenta agonia nel 2009 e accusa due colleghi.

La reazione della famiglia è stata composta ma ferma. Oltre alle dichiarazioni rilasciate alla stampa, Ilaria Cucchi ha affidato ai social un breve sfogo. “Ci chieda scusa chi ci ha offesi in tutti questi anni – si legge nel testo – Ci chieda scusa chi in tutti questi anni ha affermato che Stefano è morto di suo, che era caduto. Ci chieda scusa chi ci ha denunciato”. Poi il post prosegue con una coda dolorosa, a tratti comprensibilmente rabbiosa. Sono parole che fanno commuovere così come fa indignare che ci sia ancora qualcuno che cerca di gettare fango su Ilaria Cucchi e la sua famiglia.  “Sto leggendo con le lacrime agli occhi quello che hanno fatto a mio fratello – prosegue Ilaria nel post – Non so dire altro. Chi ha fatto carriera politica offendendoci si deve vergognare. Lo Stato deve chiederci scusa. Deve chiedere scusa alla famiglia Cucchi”.

Dopo le parole della sorella di Stefano sono arrivate anche quelle del Ministro dell’interno Matteo Salvini: «Sorella e parenti sono i benvenuti al Viminale. Eventuali reati o errori di pochissimi uomini in divisa – ha affermato il Ministro – devono essere puniti con la massima severità, ma questo non può mettere in discussione la professionalità e l’eroismo quotidiano di centinaia di migliaia di ragazze e ragazzi delle forze dell’ordine».
«Immensa soddisfazione, la famiglia Cucchi ne aveva diritto». Così invece si è espresso Riccardo Casamassima, l’appuntato dei Carabinieri che con la sua testimonianza fece riaprire l’inchiesta sulla morte di Stefano Cucchi. Casamassima ha commentato la notizia secondo cui uno dei carabinieri imputati, Francesco Tedesco, ha ricostruito i fatti di quella notte e ha “chiamato in causa” due dei militari imputati per il pestaggio. «Mi è venuta la pelle d’oca nell’apprendere la notizia. Tutti i dubbi sono stati tolti», ha detto l’appuntato. Poi ha rivolto un appello al Ministro degli interni: «Signor Ministro, io sono un vero Carabiniere. L’Italia intera ora aspetta i provvedimenti che prenderà sulla base di quello che è stato detto durante l’incontro. Sempre a testa alta. Bravo Francesco, da quest’oggi ti sei ripreso la tua dignità».

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