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Mose Venezia, chi è Elisabetta Spitz: il nuovo commissario straordinario

Serviva una calamità naturale per far ripartire i lavori del Mose di Venezia. Quello che è stato indicato per il ruolo di commissario straordinario non è di certo un un nome nuovo all’interno della pubblica amministrazione: l’incarico, infatti, è stato dato a Elisabetta Spitz.

Mose Venezia

Chi è Elisabetta Spitz, supercommissario del Mose di Venezia

Nata a Roma nel 1953, una laurea in architettura e un matrimonio finito con l’ex segretario Udc Marco Follini, Elisabetta Spitz è nota all’interno della pubblica amministrazione per essere stata direttore dell’Agenzia del Demanio, l’ente che si occupa della gestione del patrimonio immobiliare pubblico lungo tutto il Paese, dal 2001 al 2008. Esperta urbanista, la sua carriera in realtà inizia proprio a Roma nel 1986 con il ruolo di segretaria generale del Consorzio Roma Capitale. Si approccia a Venezia la prima volta nel 1992, quando presiede il consorzio di progettazione della salvaguardia delle aree abitate della città veneta fino al 1999. In quell’anno, poi, entra a far parte del comitato esperti per la riforma del Ministero delle Finanze grazie alla nomina da parte del ministro del Tesoro Vincenzo Visco. Dopo l’impiego all’interno dell’Agenzia del Demanio, nel 2009 torna a occuparsi di Venezia come consulente dell’Autorità Portuale per la formulazione del Piano di gestione del Porto di Venezia e governance delle procedure. Dal 2013 al 2018 è amministratore delegato di Invimit, la società che si occupa di una parte del patrimonio immobiliare pubblico. Dal gennaio 2019, infine, viene scelta dalla Banca d’Italia come commissaria straordinaria di Sorgente sgr, la società immobiliare del gruppo Sorgente. Ora si occuperà di far riprendere e concludere i lavori del Mose, grazie alla nomina del ministro delle Infrastrutture Paola De Micheli.

Mose Venezia

I rallentamenti del Mose di Venezia

Come ha spiegato questa mattina il ministro Paola De Micheli durante la trasmissione Circo Massimo di Radio Capital, “ci sono stati forti rallentamenti sul progetto che oggi però è compiuto al 93%. Mancano gli ultimi 400 milioni. Sono stati appostati dal governo, non sono fermi per motivi burocratici. Non c’è niente di fermo, i lavori stanno andando avanti”. L’obiettivo, ha spiegato, è di completarlo entro il 2021: “Spero però che ci siano utilizzi parziali anche prima”.
Secondo l’ex Governatore del Veneto Giancarlo Galan, per i ritardi, il dito è da puntare solamente contro Roma: “Il Mose funzionerà, doveva essere pronto nel 2012, andate a verificare. E’ in ritardo? Chiedete a Roma”. Citando poi alcuni ex ed attuali vertici regionali, in diretta a Radio Cafè ha poi aggiunto: “Nè io nè Cremonese, nè Pupillo, nè Bottin nè Zaia abbiamo nessuna competenza sul Mose: è stato istituito prima dell’istituzione della Regione. La responsabilità è tutta esclusivamente a Roma. Se vai a controllare – ha detto rivolgendosi agli speaker – io Cacciari e i sindaci del territorio facevamo dialettica, Massimo Cacciari era contrario, ma la responsabilità è di altri”.
“Il Mose funzionerà, io sono sempre stato affascinato da questa macchina, dopo il canale di Panama la più grande macchina idraulica della storia dell’umanità. Io continuo a crederci. Il Mose doveva entrare in funzione nel 2012, mi pare di ricordare ma non credo di sbagliarmi”, ha infine concluso.

Conte Venezia Mose

Le parole di Conte sul Mose di Venezia

“Per Venezia c’è un impegno a 360 gradi, c’è una situazione drammatica in una città unica, ci dobbiamo essere”, ha spiegato Giuseppe Conte all’Ansa questa mattina. Alla domanda se l’impegno per finire il Mose basterà, ha poi risposto: “Speriamo, confidiamo di sì, è un’opera su cui ormai sono stati spesi tantissimi soldi ed è in dirittura finale, ora va completata e poi manutenuta”. Infine, il Presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno delle Istituzioni verso i veneziani: “Siamo vicini a voi e speriamo di prevenire queste situazioni drammatiche, perchè non si ripetano più”.

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