I resti di Pietro Pacciani non finiranno nell’ossario comune del cimitero di San Casciano (Firenze), perché potrebbero tornare utili per qualunque ipotetica evenienza investigativa. Il contadino fu accusato di essere il “mostro di Firenze”, autore, con i “compagni di merende” Mario Vanni e Antonio Mazzeo, degli efferati omicidi di alcune coppie di fidanzati negli anni ’70 e ’80.
A richiedere la conservazione delle ossa, i legali del contadino di Mercatale Val di Pesa, morto nel 1998. Poiché nessun parente dell’uomo le ha mai reclamate, quelle ossa potrebbero infatti rischiare di essere buttate via. In realtà , sostengono gli avvocati di Pacciani, da quelle ossa si potrebbe ancora estrarre il Dna e compararlo con tracce ematiche e di saliva rinvenute sui corpi delle vittime al tempo delle indagini.