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Nanni Balestrini è morto, addio al poeta e scrittore, anima della Neoavanguardia

20/05/2019 12:03 - Aggiornamento 20/05/2019 12:05

Addio a Nanni Balestrini, scrittore, curatore di antologie ed esponente della Neoavanguardia, precursore del Gruppo ’63. A darne la notizia la casa editrice DeriveApprodi, con la quale aveva pubblicato i suoi ultimi lavori, la quale su Facebook ha scritto: «È con tristezza e dolore che informiamo della scomparsa di Nanni Balestrini. Una scomparsa, non solo per noi, incolmabile». Nanni Balestrini, uno degli intellettuali più importanti delle battaglie politiche degli anni ’70, se ne è andato ad 83 anni. 

Addio a Nanni Balestrini: lo scrittore aveva 83 anni

Scrittore, poeta e saggista, noto per essere stato l’anima del movimento di avanguardia letteraria Gruppo ’63, Nanni Balestrini è stato, come scrive Paolo di Paolo su “La Repubblica”, «protagonista e insieme testimone delle stagioni italiane di più accesa militanza, ha studiato e storicizzato ciò a cui lui stesso aveva preso parte.». Era nato nel 1935 a Milano, dove frequentò il liceo scientifico. Giovanissimo diventò redattore della rivista letteraria il Verri e iniziò a frequentare Economia all’Università. Ben presto lasciò gli studi, animato dalla passione per la letteratura, e andò a lavorare alla casa editrice Bompiani, dove conobbe Umberto Eco. Nel 1961 Balestrini venne incluso nell’antologia I Novissimi, che raccoglieva le sue poesie e quelle di Alfredo Giuliani, Elio Pagliarani, Antonio Porta ed Edoardo Sanguineti. I cinque furono i precursori del Gruppo ’63, fondato a Palermo, al quale presero parte tra i tanti Alberto Arbasino, Luigi Malerba e il già citato Umberto Eco. 

Nanni Balestrini, poeta e voce della Neoavanguardia

Una produzione vasta quella di Balestrini, fatta di raccolte di poesie sperimentali, ma soprattutto di romanzi politicamente impegnati come Tristano (1966) e Vogliamo tutto (1971). Decisivo anche il suo contributo di “poesia totale” nel campo dell’arte visiva. A seguito dell’ondata di arresti che ci furono a partire dal 7 aprile del ’79 per quelli che erano i presunti capi delle organizzazioni sovversive, Nanni Balestrini scelse di rifugiarsi in Francia per non andare in carcere. A proposito degli anni di Piombo ha scritto il saggio L’orda d’oro in collaborazione con Primo Moroni (Sugarco 1988). Nel 1971 sottoscrisse la lettera aperta a L’Espresso contro il commissario Luigi Calabresi.