La gestione Aurelio De Laurentiis è stata segnata sul mercato da grandissime plus valenze, come quelle di Lavezzi e Cavani, ceduti al PSG rispettivamente per 30 e 64 milioni, e Higuain, ceduto ai rivali della Juventus e registrando il trasferimento più costoso nella storia della Serie A. Grosse plus valenze, ma anche tantissimi rifiuti incassati dal club azzurro: Simone Verdi è solo l’ultimo di una lunga lista di nomi. Tanti calciatori, chi per un motivo, chi per un altro, hanno rifiutato negli ultimi anni il trasferimento al Napoli, generando la rabbia di società e tifosi.
LE MOTIVAZIONI – C’è chi ha deciso di rifiutare il trasferimento al Napoli preferendo un altro club: è l’esempio di Sime Vrsaijko, che nell’estate del 2016 rifiutò il club azzurrò e passò dal Sassuolo all’Atletico Madrid, o anche di Arturo Vidal, ma in quel caso fu più brava la Juventus nel convincere il centrocampista cileno. C’è poi chi ha deciso di rifiutare Napoli città, più che squadra: Maxime Gonalons e Corentin Tolisso sono gli esempi più eclatanti e soprattutto più recenti. Altri ancora, invece, hanno rifiutato clamorosamente il trasferimento senza alcun motivo evidente: basta pensare ai centrocampisti Klaassen, Kramer o Lassana Diarra.
Per quanto riguarda Simone Verdi invece, prima delle parole del calciatore del Bologna, molti giustificavano la decisione dell’attaccante addossando la colpa a Maurizio Sarri e alle forti gerarchie presenti nell’undici titolare. Non bisogna dimenticare, però, che Zielinski è divenuto uno dei migliori centrocampisti in prospettiva, pur non essendo un titolarissimo; Rog ha mantenuto il suo posto in nazionale, pur giocando di meno rispetto alla Dinamo Zagabria. Chi ha le qualità, dunque, ha il diritto di metterle in mostra, perché nessuna gerarchia regge dinnanzi al talento.