Negli ultimi anni, a Napoli, abbiamo assistito a rapine nei confronti dei giocatori del club azzurro. Oggi, tutto questo, potrebbe essere collegato ad un aspetto in particolare. Secondo Salvatore Russomagno (un pentito), le cui dichiarazioni sono state depositate oggi dal pm Anna Frasca al processo per la rapina subita un anno fa da Valon Behrami, gruppi di ultrà, spalleggiati dalla camorra, avevano l’intento di punire i calciatori azzurri che disertavano le manifestazioni organizzate dai tifosi.
Per quanto riguarda il processo, Behrami ha riconosciuto l’autore del furto che lo vide vittima, ovvero Raffaele Guerriero, che gli strappò un orologio nel dicembre del 2012, restituitogli poi a Castelvolturno. Lo svizzero, poi, ha affermato di non aver riconosciuto l’altra persona che il collaboratore di giustizia ha indicato come responsabile della rapina, che non risulta imputata.
L’ex della Fiorentina, poi, ha confermato di non avere rapporti con il tifo organizzato, partecipando solamente alle manifestazioni organizzate dalla società.
Da ricordare che l’episodio che ha visto coinvolto il centrocampista del Napoli non è isolato, in quanto altri giocatori sono stati vittime di furti analoghi: due anni fa alla moglie di Edinson Cavani, Maria Soledad, fu scippato un orologio nel quartiere Fuorigrotta. Hamsik ha subito ben due rapine, mentre la moglie Martina fu privata della propria auto, a mano armata e mentre era incinta. Senza dimenticare la fidanzata dell’ex napoletano Lavezzi.