Un cartello vicino all’enorme vaso di plastica rovesciato, che fungeva da base per l’imponente abete, portava scritto: “Albero dei Desideri – Furto record – Installato ore 19,30 del 25-11-12 Sottratto ore 23,30 del 25-11-13“.
Il cartello si riferisce all’Albero di Natale che ogni anno adorna il centro della Galleria Umberto I, una della zone più rinomate di Napoli, che vede ogni giorno transitare migliaia di persone provenienti da tutto il mondo. Un albero dove i tanti napoletani, i pendolari di tutta la regione e i turisti, lasciano bigliettini con su scritti i propri desideri. Alcuni un po’ più materiali e consumistici, altri molto profondi e personali che, a volte, assomigliano di più ad un grido di aiuto piuttosto che ad un desiderio.
Affianco alla Galleria, al di là della strada, iniziano i Quartieri Spagnoli, un vero e proprio agglomerato di casermoni antichi, spesso inagibili, uno “azzeccato” all’altro (come direbbero a Napoli) cioè vicinissimi tra loro, tanto da creare dei vicoli stretti e bui che si spingono da via Toledo (ex Via Roma) centro del commercio napoletano, verso un interno, fatto di povertà, degrado e criminalità.
Da qui, infatti, è partito il raid che ha visti coinvolti ben 15 ragazzini di questi quartieri nel furto dell’enorme abete. Solo quattro ore di tempo per pensarci, mettere su una squadra e dare il via al “furto sacrilego” che ha indignato quanti si sono sentiti fortemente colpiti nell’animo per la mancanza di questo albero, quanti non hanno potuto depositare i loro desideri e quanti si sono sentiti imbarazzati per l’ennesimo esempio negativo dato, ancora una volta, dalla parte cattiva di Napoli.
Già! I cattivi! Perché ci sono le prove. Ci sono i video delle telecamere di sorveglianza con i fermo-immagine dei colpevoli durante il misfatto. Tanto ha permesso ai carabinieri di addentrarsi nelle zone off-limits dei quartieri e ritrovare in un’area recintata, tra i resti di un palazzo scomparso da anni, il simbolo del Natale partenopeo. Forse, ad aiutare la Benemerita è stato il disegno (simile ad un albero nero) dipinto su una lastra di ferro, affianco al cancello di accesso all’area incriminata.
Ora, l’albero potrà tornare al suo posto, e la gente si sentirà più tranquilla, perché il Natale ha riacquistato il suo “simbolo” (ma non doveva essere Gesù?!?). Per quei ragazzini, invece, magari già schedati, ci sarà un interrogatorio e la loro iscrizione ad un nuovo reato: “furto di albero di Natale e dei relativi desideri“.
“Rubare un albero di Natale, che idea idiota!” avrà pensato il brigadiere che ha redatto il verbale. Chissà!? Forse rubando quell’albero, i 15 ragazzini dei Quartieri Spagnoli speravano di riappropriarsi dei tanti Natali a loro negati dalla vita!