Doveva essere una sorta di salvezza ma la Naspi 2015 (Nuova assicurazione sociale per l’impiego), non sta dando i frutti sperati. Sulla carta avrebbe dovuto aumentare le tutele di chi rimane senza lavoro, in realtà, i disagi sembrano non finire per i disoccupati che hanno presentato domanda per usufruire della Naspi che è entrata in vigore lo scorso maggio 2015. Le critiche e le perplessità principali nascono soprattutto dai tempi di riconoscimento del sussidio di disoccupazione e sui ritardi dei pagamenti che stanno ravvisando coloro i quali hanno fatto richiesta. Alcuni di essi, infatti, dovranno aspettare fino a settembre prima di ricevere la Naspi 2015.
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Nonostante tanti disoccupati stiano attendendo concrete risposte da parte dell’Inps, quest’ultimo sta temporeggiando. Ricordiamo che la Naspi è una prestazione economica di assistenza per eventi di disoccupazione che si verificano a partire dal 1° maggio 2015, che va a sostituire l’indennità di disoccupazione ordinaria Aspi e Mini-Aspi. E’ riservata, o forse è meglio dire dovrebbe essere riservata, ai lavoratori privati dipendenti e ai lavoratori a tempo determinato del settore pubblico.
Come si apprende dal quotidiano Retenews24, le domande che sono pervenute nel mese di maggio sono state cominciate ad essere visionate soltanto a partire dal 16 luglio, mentre quelle pervenute nel mese di giugno verranno elaborate a partire dal 9 agosto. Quelle presentate a luglio, addirittura, a partire dal 17 agosto. C’è da aggiungere, inoltre, che dopo l’elaborazione delle domande, bisognerà attendere altri dieci giorni per il pagamento. Questo vuol dire che, probabilmente, la Naspi 2015 verrà assegnata a partire da ottobre.
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Inoltre, stando a quanto denunciato da Guglielmo Loy, segretario confederale UIL, oltre 300.000 persone con la Naspi 2015 godranno di un sussidio dimezzato, di durata minore rispetto all’Aspi e di versamenti previdenziali inferiori: “Il governo aveva promesso da mesi di mettere le toppe a questo buco, sia con il prossimo decreto di riordino della cassa integrazione sia, soprattutto, con una circolare dell’Inps di cui si sono perse le tracce. Questo buco colpirà i cosiddetti lavoratori stagionali che operano in settori chiave della nostra economia: alimentare, turismo, servizi, trasporto”. Infine, Guglielmo Loy, ha puntato il dito contro gli ingiustificabili ritardi dell’Inps nei pagamenti.