Sul caso della nave Diciotti, “constatata l’inerzia delle autorità Sar maltesi, il Comando Generale delle Capitanerie valutava come probabile la necessità di un intervento di soccorso per trasferire su altra unità tutti gli occupanti, o quantomeno una parte di essi, per alleggerire il barcone una volta che fosse entrato nell’area di responsabilità nazionale”. Così il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in Aula al Senato durante un passaggio dell’informativa sul caso Diciotti. Nel ripercorrere la vicenda della nave, il premier ha anche sottolineato come fossero “le imbarcazioni maltesi sostanzialmente ad ‘indicare’ la rotta ai migranti. Gli elementi illustrati durante l’informativasul caso, spiega Conte, “ci inducono a concludere che senza l’intervento concreto e diretto della Guardia Costiera italiana, molte di queste persone sarebbero morte”.
Conte ha subito sottolineato, come “il 15 agosto (alle ore 8:53) l’Autorità maltese, precedentemente compulsata da quella libica con apposito messaggio, assumeva la responsabilità del caso a seguito della localizzazione, effettuata da proprie unità aeronavali, in acque SAR maltesi in una posizione distante circa 50 miglia a sud di Malta e circa 100 miglia da Lampedusa”. Le operazioni italiane sulla nave Diciotti, ha continuato, “hanno inteso sempre privilegiare la salvaguardia delle vite umane e della dignità delle persone, coniugando tale intendimento con l’altrettanto necessario rispetto degli obblighi derivanti dalla vigente normativa internazionale e convenzionale sul salvataggio in mare e sul diritto d’asilo dei migranti”. “Quello che è cambiato rispetto al passato – ha aggiunto il presidente del Consiglio – è che l’Italia non è più disponibile ad accogliere indiscriminatamente i migranti, contribuendo seppure involontariamente a incrementare il traffico di esseri umani e supplendo alla responsabilità che spetta all’Unione europea, ottundendo il vincolo di solidarietà che grava su ciascuno Stato membro”.
Per Conte la vicenda “non è stata una bella pagina per l’Europa: che ha perso l’occasione per dare concretezza a quei principi di solidarietà e responsabilità che vengono costantemente evocati come valori fondamentali dell’ordinamento europeo”. Il governo italiano ha ribadito, fin dall’avvio del caso Diciotti – ha rimarcato Conte – la propria convinzione che essa dovesse necessariamente essere affrontata in linea con i principi di solidarietà e di condivisione tra i Paesi dell’Unione Europea in materia di gestione dei flussi migratori”.