Dopo il funerale civile, un nuovo piccolo riconoscimento per Lea Garofalo, testimone di giustizia barbaramente uccisa ormai da quasi 4 anni. Anche grazie alle sue testimonianze oggi la Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro ha chiuso una lunga inchiesta sulle cosche di ‘ndrangheta del crotonese, scoprendo i responsabili di omicidi, traffico di droga, estorsioni.
17 gli arresti operati dai Carabinieri del Comando provinciale di Crotone tra la città calabrese, Reggio Emilia, la Lombardia, il Piemonte e la Campania, segnale di una profonda e ormai storica ramificazione delle ‘ndrine di Cutro e Petilia Policastro, paese di origine di Lea.
L’inchiesta conclusa oggi ha svelato proprio il rapporto di alleanza-sudditanza della cosca petilina, scalata dai Comberiati in contrapposizione violenta con altre famiglie, con la potente cosca dei Grande Aracri di Cutro (ma ben ramificata a Reggio Emilia e dintorni), guidata dal boss carismatico Nicolino, attualmente detenuto. Anche il fratello di Lea, Floriano, fu ucciso nel 2005 nell’ambito della faida di Petilia Policastro.