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Noemi Durini news fidanzato perizia psichiatrica: Lucio capace di intendere e di volere ora accusa del delitto Fausto Nicolì

15/01/2018 12:50 - Aggiornamento 15/01/2018 13:58

Omicidio Noemi Durini: il fidanzato è capace di intendere e di volere

Omicidio Noemi Durini ultime notizie: il fidanzato della 15enne di Specchia (Lecce) barbaramente assassinata il 3 settembre scorso era perfettamente capace di intendere e di volere quando si macchiava di quell’orrendo delitto. Lo hanno stabilito i periti incaricati dal Gip di valutare la salute mentale del presunto omicida, 17enne all’epoca dei fatti e ora detenuto nel carcere minorile di Quartucciu (Cagliari).

Lucio Marzo, che ha compiuto 18 anni in carcere, fu arrestato il 13 settembre dopo aver reso una confessione spontanea ai carabinieri, ammettendo di avere assassinato la fidanzata perché da lei esasperato: Noemi a suo dire lo avrebbe pressato affinché insieme uccidessero i suoi genitori, ‘rei’ di ostacolare in ogni modo la loro travagliata e problematica relazione. Il giovane rese possibile anche il recupero del cadavere della giovane, occultato sotto dei massi nelle campagne di Castrignano del Capo.

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La perizia psichiatrica è stata firmata dai due consulenti nominati dalla gip del tribunale per i minorenni, Ada Colluto: si tratta di una équipe di esperti psichiatri che hanno operato in presenza di consulenti nominati dalle parti. Gli esiti della consulenza verranno discussi nell’ambito di un incidente probatorio fissato per il mese prossimo, che avrà molta importanza in un eventuale processo a carico del ragazzo, il quale dunque per i medici sarebbe perfettamente in grado di affrontare un dibattimento un aula, di essere cioè imputato in un processo.

DELITTO SPECCHIA: IL PUNTO SULLE INDAGINI E L’IPOTESI DI UN COMPLICE PER LUCIO

Noemi Durini: l’agghiacciante interrogatorio del fidanzato reo confesso del delitto

Furono i suoi difensori ad avanzare la richiesta di perizia psichiatrica, accolta peraltro dal Gip, visti i trascorsi del reo confesso nell’ultimo anno: atteggiamenti violenti ed incontrollati e tre TSO cui fu sottoposto su richiesta dei suoi stessi genitori. Il giovane è accusato omicidio premeditato e occultamento di cadavere, perché avrebbe provocato “la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l’uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà”.

OMICIDIO NOEMI DURINI

Fu lo stesso Lucio a ricostruire nel dettaglio le sue azioni in quella folle notte, scendendo anche nei particolari più macabri con estrema freddezza, lucidità e distacco durante il colloquio con il magistrato. Una totale assenza di empatia quella emersa dal comportamento del ragazzo, che senza far trasparire emozione o pentimento alcuno ammise: “le ho conficcato il coltello in testa”. Scrive il Gip nell’ordinanza di convalida del fermo a suo carico, che l’indagato poi si sarebbe allontanato “dal luogo dei fatti repentinamente con la propria autovettura disfacendosi del manico del coltello avvolto nella propria maglietta in un luogo che non ha saputo indicare”.

Omicidio Noemi Durini news Quarto Grado: la confessione sconvolgente del fidanzato

Delitto Specchia: Lucio ritratta e accusa del delitto Fausto Nicolì

L’inchiesta sull’omicidio di Noemi Durini ha visto verificarsi un nuovo colpo di scena di recente. Lucio avrebbe scritto una lettera in carcere in cui ritratterebbe la sua prima confessione e accuserebbe del delitto Fausto Nicolì, meccanico 48enne di Patù amico della vittima, e già chiamato in causa da Lucio, che nella sua prima confessione lo accusò di avere ordito con Noemi l’assassinio dei suoi genitori offrendole aiuto per procurare una pistola.

Stavolta l’accusa che avrebbe fatto Lucio nei suoi riguardi sarebbe ben più grave. Si è appreso durante la diretta di Quarto Grado andata in onda venerdì scorso, infatti, che il ragazzo avrebbe consegnato la lettera ad un agente di polizia penitenziaria il 3 gennaio scorso, nel carcere di Quartucciu dove è detenuto. La missiva sarebbe poi stata trasmessa alla Procura dei Minori di Lecce e allegata agli atti d’indagine. Il 18enne di Montesardo salentino in quel messaggio scritto avrebbe raccontato che la sera del 3 settembre scorso, quando Noemi scomparve, lui si trovava insieme alla ragazza a Castrignano del Capo, nel luogo in cui poi la giovane è stata uccisa. I fidanzati sarebbero poi stati raggiunti da una Seat Ibiza da cui sarebbe sceso Fausto Nicolì. L’uomo avrebbe consegnato una pistola a Noemi, arma che sarebbe dovuta servire per uccidere i genitori di Lucio. Ne sarebbe nata una discussione culminata poi nella coltellata al capo inferta a Noemi da Fausto, secondo la nuova versione dei fatti fornita dal ragazzo indagato.

Gravi accuse rispedite prontamente al mittente da parte del legale di Nicolì, Luca Puce: “Non avendo ancora una cognizione completa di quella che, a tutti gli effetti, appare come l’ennesima fantasiosa esternazione da parte di L.M., allo stato, qualsivoglia dichiarazione di intenti nell’interesse dell’assistito sarebbe prematura sebbene accuse così infamanti e impiantate sul nulla lascino basiti e, verosimilmente, non potranno non essere sottoposte, in chiave punitiva, all’autorità giudiziaria”.