Il settimo giorno, dopo aver creato ogni cosa nell’universo, Dio si riposò. Eppure, questa regola non vale anche per l’uomo che (si sa) non può essere paragonato certo al suo Creatore.
Arriva dalla Pennsylvania (USA) la notizia secondo cui chi durante la settimana fa le ore piccole, per impegni di lavoro o per divertimento, non gli servirà molto recuperare il sonno perduto nel fine settimana. Ad affermarlo è uno studio condotto da alcuni ricercatori della Penn State University (e pubblicato dall’American Journal of Physiology-Endocrinology and Metabolism) su 30 persone in salute, alle quali è stato chiesto di dormire ogni giorno feriale della settimana per non più di 6 ore continue e nei restanti due giorni del week-end, 10 ore di fila. Simulando, in questo modo, il normale regime di sonno-veglia tenuto dalla maggior parte delle persone impegnate in attività lavorative o domestiche.
Il risultato è stato sorprendente: le 4 ore in più di sonno recuperate nel fine settimana sono servite solamente per diminuire un po’ lo stress ed allentare la tensione ma nel complesso non hanno eliminato i logoranti effetti della carenza di sonno come, ad esempio, la perdita di concentrazione. Ma non solo. Un “non” adeguato recupero di sonno, a lungo andare, porta a disturbi dell’umore, obesità, stress e ansia (che generano insonnia – quindi si dorme ancora meno) e perfino pressione alta.
Non basta, quindi, considerare il sonno come una questione di entrate ed uscite da far quadrare tutto a fine settimana. È necessario ogni giorno dormire il necessario richiesto dal nostro organismo, in quanto i benefici del ciclo sonno-veglia sono strettamente legati alle 24 ore. Infatti, a questo ciclo sono collegate funzioni biologiche vitali per il nostro organismo.