Oltre al medico dermatologo Matteo Cagnoni, in carcere con l’accusa di avere ucciso la moglie 39enne lo scorso 16 settembre, per l’omicidio di Giulia Ballestri c’è un secondo indagato: Mario Cagnoni, anziano professore padre del dermatologo accusato di uxoricidio.
Si è appreso durante la diretta di Quarto Grado, infatti, che l’uomo avrebbe molto probabilmente aiutato il figlio a depistare le indagini, recandosi con lui sulla scena del crimine per ripulirla e cancellare, per quanto possibile, le prove dell’omicidio della nuora. Ad incastrarlo una impronta di scarpa, riconducibile a una suola a carro armato delle calzature Timberland. Quella traccia è compatibile con un paio di scarpe, proprio le Timberland in oggetto, sequestrate a casa di Mario Cagnoni. Le calzature erano umide, appena lavate, quando la Scientifica le ha portate via per analizzarle.
L’ipotesi della procura è che il killer e un presunto complice siano tornati nella villa abbandonata di Ravenna dove Giulia Ballestri lo scorso 18 settembre è stata ritrovata senza vita. Chi indossava le Timberland? Il professor Mario, recatosi sul posto per dare una mano d’aiuto al figlio disperato? Oppure è lo stesso Matteo Cagnoni, tornato a casa del padre a Firenze subito dopo il delitto, insieme ai suoi 3 figli, ad avere indossato le scarpe dell’uomo per tornare sul luogo del delitto allo scopo di inquinare la scena? Sarà la prova del Dna a dare una risposta a quest quesito.
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Accanto al corpo di Giulia Ballestri è stata trovata anche un’altra impronta: una seconda orma di scarpa riconducibile al modello di calzature Hogan in uso al presunto assassino. Matteo Cagnoni – sembrerebbe dunque molto probabile e verosimile – dopo l’omicidio sarebbe tornato sulla scena del crimine per ripulire l’ambiente ed eliminare le prove della sua colpevolezza. Il punto è: ci è tornato da solo o c’era qualcun altro con lui?