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Omicidio Giuseppe Marchesano news: fermato un coetaneo

13/11/2018 08:10 - Aggiornamento 13/11/2018 08:22

Giuseppe Marchesano giustiziato in casa svolta nelle indagini: fermato un 27enne coetaneo della vittima al termine di un lungo interrogatorio durato per quasi tutta la giornata di ieri, 12 novembre. Il ragazzo nega ogni addebito. Il 27enne trovato morto nella sua casa di Castel del Bosco, frazione del comune di Montopoli Valdarno, nel Pisano, è stato raggiunto da quattro colpi di arma da fuoco alla testa e due alle gambe. E’ stato giustiziato in casa da qualcuno cui probabilmente aveva aperto la porta. Lo hanno trovato morto sul divano gli amici, recatisi in casa sua perché da un giorno non rispondeva alle lorO telefonate.

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La svolta investigativa sarebbe arrivata, si apprende, grazie alla analisi delle telecamere di video sorveglianza della zona. Dopo oltre cinque ore d’interrogatorio la Procura di Pisa ha disposto un fermo per un 27enne amico di Giuseppe, l’accusa per lui sarebbe di omicidio volontario. Il ragazzo è residente a Chiesina Uzzanese (Pistoia). La notizia è stata data dal Procuratore capo di Pisa Alessandro Crini mentre lasciava la Caserma dei Carabinieri dove si è svolto l’interrogatorio del sospettato. “Riteniamo di avere indizi sufficienti per sostenere l’accusa, ora spetterà al giudice fare le sue valutazioni”, ha detto il Procuratore, “Sono state le indicazioni che ci sono arrivate dall’interno della famiglia della vittima  a indirizzarci verso di lui, che ha negato ogni addebito”. Testimonianze importanti e telecamere, dunque, hanno portato alla svolta: “C’è una telecamera che colloca l’indagato a bordo del suo pick up a circa 4 chilometri di distanza da casa della vittima mentre lui ha negato di esser stato lì”.

Ancora mistero sul movente dell’efferato delitto: il legame tra il presunto omicida e la vittima “sarebbe da riferire a una vecchia amicizia che si sarebbe diradata negli ultimi tempi”. Il 27enne al termine dell’interrogatorio e della formalizzazione dell’accusa è stato tradotto nel carcere Don Bosco di Pisa. Nell’abitazione dell’indagato sarebbe stata trovata una pistola compatibile con quella usata per il delitto, sebbene di ciò non vi sia ancora certezza.