Melania Rea news: Salvatore Parolisi, condannato a 20 anni di reclusione per il delitto della moglie, dopo 8 anni di carcere potrebbe già tornare in libertà. A breve l’ex militare, 40enne, grazie alla buona condotta potrà trascorrere alcuni giorni al mese a casa. Sconcerto da parte dei familiari della vittima: “Assurdo dare benefici a chi ha commesso una simile atrocità. Parolisi non si è mai pentito, né ha chiesto scusa”.
A dare la notizia è il settimanale Giallo, diretto da Andrea Biavardi. Michele Rea è un fiume in piena: “Parolisi pensa a rifarsi una vita, ma dimentica di averla tolta alla moglie […] La notizia che presto potrebbe uscire dal carcere perché usufruirà dei primi permessi premio mi coglie di sorpresa e, umanamente, mi fa molto male … Io penso che una persona condannata in via definitiva per omicidio non debba mai usufruire di benefici ma che debba scontare in galera l’intera pena stabilita dai giudici”. Indignato, il fratello di Melania lo ha dichiarato a Gian Pietro Fiore di Giallo. Massacrata con 35 coltellate nel bosco di Ripe di Civitella (Teramo) il 18 aprile 2011, Melania Rea sapeva che il marito la tradiva ma continuava a perdonarlo. Secondo le sentenze la uccise perché stretto in un imbuto sentimentale: aveva promesso all’amante che avrebbe ufficializzato la loro relazione e lasciato la moglie, senza tuttavia mantenere le sue promesse.
Oggi apprendiamo che l’ex Caporal maggiore dell’esercito avrebbe maturato i requisiti necessari previsti dalla legge per chiedere e ottenere dei permessi premio e uscire dal carcere anche in virtù della sua buona condotta. In cella starebbe infatti seguendo con profitto il percorso riabilitativo imposto dalla struttura penitenziaria. Una notizia che ha indignato profondamente la famiglia Rea, che reputa “assurda” siffatta situazione. “Del resto, anche la sua condanna era stata assurda: se l’è cavata con appena 20 anni!”. Scioccati e dispiaciuti, i familiari di Melania ritengono che come loro anche l’opinione pubblica sia indignata di fronte ad una simile notizia. Parolisi in primo grado fu condannato all’ergastolo e a 30 anni in Appello; la Cassazione annullò quella sentenza e, poiché non gli venne riconosciuta l’aggravante della crudeltà, la Corte d’Assise d’Appello di Perugia riformulò la pena riducendola a 20 anni di carcere, poi confermata in Cassazione.