Omicidio Noemi Durini ultime notizie: “Quando sono rientrato a casa tutti dormivano”, aveva dichiarato Lucio Marzo il 13 settembre 2017, quando confessò sua sponte il delitto della fidanzata 16enne, e prima di far ritrovare ai carabinieri ricostruì nei dettagli orari e dettagli dei suoi spostamenti – prima, durante e dopo – il giorno del delitto, avvenuto dieci giorni prima in una campagna a Castrignano del Capo.
Noemi Durini: Lucio aiutato dai genitori dopo il delitto? Nuovi gravi indizi
E quegli orari da lui forniti furono confermati anche dai suoi genitori, Rocchetta e Biagio; quest’ultimo, sentito a sommarie informazioni esattamente due giorni dopo la deposizione del figlio, riferì al magistrato che quel giorno lui e la moglie non sentirono Lucio rincasare in auto e che si svegliarono sul tardi. Ma ora la versione della coppia vacilla e non poco, smentita da due fotogrammi che li inchiodano. A renderli noti la signora Imma, mamma di Noemi, che con il suo pool difensivo ha presentato istanza al giudice affinché disponga nuovi accertamenti a carico dei coniugi Marzo – sospettati di avere aiutato il figlio dopo il delitto – nei confronti dei quali la Procura aveva chiesto l’archiviazione. Richiesta accolta. Alla base del ricorso due fotogrammi che riprendono l’auto del killer percorrere la strada davanti la sua casa (via Santa Barbara a Montesardo) dove abitano i signori Marzo, per ben due volte. Nel primo frame la vettura passa alle ore 7:25 (con alla guida presumibilmente il ragazzo); il secondo passaggio dell’auto (non si sa guidata da chi) però non collima con i racconti forniti da Lucio e dai genitori, i quali hanno sempre raccontato di avere dormito fino a tardi quel giorno, di non essersi accorti dell’uscita del figlio nel cuore della notte né del suo rientro. Stando agli atti e alla ricostruzione degli orari e dei spostamenti dalla famiglia Marzo, insomma, nessuno dei tre sarebbe dovuto essere alla guida della Panda alle ore 8:32 (Fotogramma 2). Lucio poi ha sempre detto di avere occultato da solo il corpo di Noemi e, sempre senza l’aiuto di nessuno, di avere ripulito minuziosamente l’auto (al punto che dentro non è stata trovata traccia alcuna della vittima e/o del suo sangue). La Procura ha sempre nutrito forti dubbi al riguardo, e dopo questi fotogrammi le cose che non quadrano non fanno che ingigantirsi.
Biagio Marzo messo in difficoltà da fotogramma cambia versione dei fatti
L’inviata di Quarto Grado ha intervistato Biagio Marzo, il quale ora, alla luce di questi nuovi elementi a suo carico, ha improvvisamente cambiato versione, asserendo che “Forse quella mattina sono andato a casa di mia madre, come faccio spesso, per sbrigare alcune faccende ed aiutarla […] ma non posso dirlo con esattezza, non mi ricordo”. Biagio – secondo il suo racconto – si sarebbe recato in auto dalla madre che vive un isolato più avanti rispetto alla sua abitazione, in via Soleto, raggiungibile a piedi in poco più di un minuto. Desta molti sospetti il fatto che oggi rinneghi quanto asserito all’epoca dei fatti: se fosse stato lui alla guida della Panda bianca alle 8:32, a che ora si alzò la mattina del 3 settembre 2017? E davvero non si accorse del figlio, rientrato a casa un’ora prima, a bordo della vettura sporca del sangue della vittima, che avrebbe ripulito da solo con la candeggina prima di mettersi a dormire? “No, quando sono salito in auto non ho sentito l’odore della candeggina”, ha ribadito, con fare molto stizzito, alla giornalista, per poi andarsene allontanandola in malo modo.
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