Giosuè Ruotolo è l’esecutore materiale dell’omicidio di Trifone Ragone e Teresa Costanza, consumatosi il 17 marzo 2015 poco prima delle 20 nel parcheggio del centro sportivo Crisafulli, a Pordenone. Ne è convinto il procuratore capo, Marco Martani, dopo un anno di indagini: “Un elemento a nostro parere importantissimo e praticamente deciso è dato dalla ricostruzione dei tempi dell’omicidio e della presenza delle persone sul luogo del delitto” – ha spiegato nella conferenza stampa tenuta nella tarda mattinata di oggi, aggiornando in merito all’ordinanza di custodia cautelare in carcere per il militare campano – “che ci porta ad affermare con sicurezza che Giosuè Ruotolo, contrariamente a quanto ci ha riferito, era nel parcheggio antistante la palestra, quello dove è avvenuto l’omicidio, non appena prima che l’omicidio venisse commesso ma durante”.
Un quadro indiziario che dunque porta alla coppia Giosuè-Rosaria. Dissidi e gelosie ‘pregresse’, sarebbero culminati nella lucida volontà di Ruotolo di mettere per sempre a tacere l’ex commilitone, di cui pare fosse molto geloso. Si avrebbe prova che i messaggi molesti (pare una ventina) a Teresa – com’era nell’aria da settimane, ormai – sono stati tutti inviati dal pc della caserma, ha spiegato Martani, “sempre quando Ruotolo era in servizio”.
Il coinvolgimento nella vicenda di Rosaria Patrone, ora ai domiciliari nella sua abitazione di Somma Vesuviana, sarebbe stato provato da diversi ‘pizzini’ consegnati alle amiche per indurle a tacere in merito all’esistenza del falso profilo Facebook in questione: “la ragazza avrebbe confidato ad alcune amiche di sentirsi in colpa temendo di essere stata lei la causa del duplice omicidio” e anche di temere “di essere ricollegata al delitto per essere entrata nel profilo Facebook anonimo”.
