Pordenone omicidio Teresa Costanza e Trifone Ragone: al via oggi, venerdì 12 ottobre 2018, il processo d’Appello a carico dell’ex militare campano, Giosuè Ruotolo, unico imputato per il duplice delitto e già condannato in primo grado all’ergastolo. L’imputato si professa innocente, ma i gravi indizi di colpevolezza lo tengono in carcere a Belluno dal marzo 2016. E’ accusato di avere ucciso con 5 colpi di pistola esplosi a bruciapelo la coppia di fidanzati suoi amici, giustiziati nel parcheggio del Palazzetto dello sport ‘Crisafulli di Pordenone intorno alle 20 del 17 marzo 2015, quando appena seduti in auto si apprestavano ad accendere il motore e andar via dalla palestra. Un delitto premeditato, a detta dell’accusa, che Ruotolo aveva messo in atto a seguito di dissapori e liti con Ragone, suo ex coinquilino e commilitone.
Trifone era infatti venuto a sapere che la persona che da settimane insultava e molestava via chat la sua fidanzata Teresa, era proprio Giosuè. Lui aveva creato dal pc che usava nell’ufficio della caserma di Cordenons dove prestava servizio, il falso profilo Facebook ‘Anonimo Anonimo’, attraverso il quale fingeva di essere una donna, amante di Trifone, che insidiava con ogni tipo di ingiuria Teresa Costanza per indurla a lasciare Ragone. Durante un chiarimento tra i due ex commilitoni, Trifone malmenò Ruotolo e lo minacciò di denuncia. Intimidazione che per l’accusa preoccupò molto l’oggi imputato, che temeva che una querela avrebbe compromesso per sempre la sua carriera nella Guardia di Finanza. In questo clima di odio e sete di vendetta, Giosuè Ruotolo avrebbe nei mesi maturato la malsana idea di uccidere Trifone e con lui la fidanzata, scomodo testimone dei fatti accaduti. Questo il movente del delitto secondo l’accusa.
La prima udienza del processo d’Appello è in corso da questa mattina presso l’aula del palazzo di Giustizia di Trieste. Secondo il Tribunale di Udine era stato lui a sparare ai fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, le telecamere di videosorveglianza inquadrano l’Audi A3 in uso all’imputato uscire dal parcheggio della palestra qualche secondo dopo l’agguato mortale ai fidanzati. Va sottolineato che Ruotolo ha sempre mentito sul su alibi, riferendo di non essere uscito di casa la sera del delitto, per poi ammettere il contrario solo dopo essere stato clamorosamente smentito dalle telecamere e dai suoi due coinquilini, reticenti inizialmente ma poi collaborativi con la magistratura inquirente. Quella di oggi sarà un’udienza tecnica, come fatto sapere dalla difesa di Ruotolo, rappresentata dagli avvocati Roberto Rigoni Stern e Giuseppe Esposito, che chiederà venga riaperta l’istruttoria dibattimentale attraverso una nuova perizia super partes, per fare chiarezza su alcuni punti dell’inchiesta che la difesa definisce ‘contraddittori’.