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Open Arms, Matteo Salvini indagato ad Agrigento: «Rifarei tutto»

Matteo Salvini, ex ministro dell’interno, è nuovamente sotto indagine ad Agrigento. Il leder della Lega è stato iscritto nel registro degli indagati dalla procura sicula per sequestro di persona e omissioni di atti d’ufficio. L’ipotesi di accusa riguarda il caso dei 164 migranti salvati il primo agosto 2019 dalla Open Arms. Matteo Salvini, ministro dell’Interno, all’epoca dei fatti non autorizzò lo sbarco dei migranti lasciando così l’imbarcazione ferma per 20 giorni al largo di Lampedusa. Dopo un’ispezione sulla nave, i pm di Agrigento autorizzarono lo sbarco. Come riportato dall’ANSA: «Il fascicolo è già stato trasmesso alla procura di Palermo, competente a valutare le ipotesi di reato che dovranno essere sottoposte al tribunale dei ministri: entro 15 giorni l’ufficio giudiziario guidato da Francesco Lo Voi dovrà decidere se confermare le ipotesi di reato, riformularle o chiedere l’archiviazione».

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Le parole di Matteo Salvini

Matteo Salvini sulla vicenda della Open Arms al 19° Congresso nazionale del Sap a Rimini ha dichiarato: «Mi domando se in Procura ad Agrigento non abbiano cose più serie di cui occuparsi. Usano denaro pubblico, prima o poi mi verrà voglia di chiedere conto di come lo usano. È la seconda, la terza, la quarta, la quinta inchiesta. Ho fatto quello che gli italiani mi chiedevano di fare, ho difeso i confini, inizio a essere stufo». Poi Salvini, come riportato da La Repubblica, ha dichiarato: «Altra indagine, altro processo per aver difeso i confini, la sicurezza, l’onore dell’Italia? Per me è una medaglia! Rifarei e rifarò tutto».

Le risposte alle parole del leder della Lega

Oscar Camps, fondatore di Open Arms, ha commentato così le parole di Matteo Salvini: «Mi chiedo se questa volta, come è successo nel caso Diciotti, il Parlamento salverà Salvini negando l’autorizzazione a procedere». Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea Saving Humans, ha dichiarato all’Adnkronos: «Quando la dignità e i diritti delle persone smettono esplicitamente di essere una priorità dei governanti si aprono le porte al baratro. Chiunque abbia un po’ di buon senso dovrebbe avere paura di dichiarazioni come quelle dell’ex ministro dell’Interno e pretendere, da chi ora ha il potere di farlo, un reale cambio di passo». 

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