La Legge di Bilancio 2019 ha portato, tra le altre cose, all’approvazione del cosiddetto saldo e stralcio delle cartelle, per coloro che si trovano in una situazione di comprovata difficoltà economica. Si tratta di una misura voluta dal Governo al fine di liberare i contribuenti a basso reddito dalla morsa stringente di Equitalia.
Questi, infatti, potranno pagare in maniera agevolata i debiti relativi al periodo che va dall’1 gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, derivanti dal mancato versamento delle imposte dovute in autoliquidazone in base alle dichiarazioni annuali e da contributi previdenziali, che spettano alle casse professionali o alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi Inps.
Per poter ottenere i benefici è importante presentare all’agente della riscossione una dichiarazione di adesione entro il 30 aprile 2019.
Saldo e stralcio delle cartelle: quanto si risparmia
Le nuove agevolazioni, previste dalla Pace Fiscale 2019, sono riservate ai nuclei familiari con reddito non superiore ai 20mila euro e nel valutare la domanda si terrà conto se alla data di adesione risulta aperta la procedura di liquidazione (secondo l’articolo 14 della legge 3/2012).
Gli italiani potranno, ora, estinguere i propri debiti con il fisco, pagando in base al reddito. In particolare, chi ha un ISEE pari o inferiore a 8500 euro pagherà solo il 16%, chi ha un reddito compreso tra 8500 e 12.000 verserà il 20% e, infine, coloro che dichiarano più di 12.000 euro pagheranno il 36%. Le cifre si abbassano ulteriormente in caso sia attiva una procedura di liquidazione.
Il debito può essere estinto in un’unica soluzione entro il 30 novembre 2019 o a rate, con diverse scadenze:
- 35% entro il 30 novembre 2019
- 20% entro il 31 marzo 2020
- 15% entro il 31 luglio 2020
- 15% entro il 31 marzo 2021
- Restante 15% entro il 31 luglio 2021
Nel caso si decida di pagare a rate, bisogna ricordare, poi, che dal primo dicembre 2019 viene applicato il tasso d’interesse del 2% annuo.
Leggi anche ->https://urbanpost.it/pace-fiscale-cosa-e-come-funziona-e-a-chi-e-rivolta-il-pilastro-del-governo-conte/