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Pace Fiscale testo, condono e riciclaggio: Di Maio grida al complotto, ma chi ha ragione? Le posizioni di Lega e Quirinale

Il testo della Pace Fiscale rischia di essere il punto debole del Governo Conte e spaiare le carte: il Movimento 5 Stelle, nella persona di Luigi Di Maio, promette provvedimenti nei confronti di chi avrebbe cambiato il testo della Pace Fiscale. Un mutamento che, a detta del vicepremier grillino, sarebbe avvenuto nel percorso tra la Presidenza del Consiglio al Quirinale. Nella serata di ieri, con un lungo post su Facebook prima e in un’intervista a Porta a Porta dopo, Luigi Di Maio è tornato a parlare di mano invisibile. “All’articolo 9 del decreto fiscale – ha detto Di Maio – c’è una parte che non avevamo concordato nel Consiglio dei ministri. Una sorta di scudo fiscale per i capitali all’estero e una non punibilità per chi evade. In Parlamento questo testo non lo votiamo, questa parte deve essere tolta. Non ho mai detto che si volevano aiutare i capitali mafiosi”. Poi precisa: “Non so se è stata una manina politica o una manina tecnica in ogni caso domattina si deposita una denuncia alla Procura della Repubblica perchè non è possibile che vada al Quirinale un testo manipolato”. E ancora: “Questo è un condono come quello che faceva Renzi, io non lo faccio votare”.

Pace Fiscale testo: cosa è cambiato che non convince Di Maio? Ecco l’articolo 9

Nel pomeriggio in effetti era esplosa la polemica sull’ultima bozza circolata del decreto che sembrava allargare le maglie della maxi sanatoria fiscale e contributiva: tetti più alti, possibilità di sanare anche l’Iva, e poi spuntano i capitali detenuti all’estero e il colpo di spugna su una serie di reati tributari e sulla disciplina del riciclaggio e dell’autoriciclaggio. Tutto nell’articolo 9 del testo dedicato alla cosiddetta “dichiarazione integrativa speciale”: quello citato da Di Maio.

Pace Fiscale testo manipolato: la posizione della Lega

“Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte sulla riduzione delle tasse, sulla legge Fornero e sulla chiusura delle liti fra cittadini ed Equitalia”. È questo il comunicato della Lega: una sconfessione della linea grillina. A questo punto fonti del Movimento fanno sapere che i sospetti si concentrano sui tecnici del Mef (lo stesso capro espiatorio del decreto dignità). Mentre i leghisti difendono il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giorgetti, spesso in polemica con i 5Stelle: “Non era presente al voto finale in consiglio dei ministri lunedì sera”.

Pace Fiscale testo manipolato: l’opposizione ‘gode’

“Approvano un condono tombale per gli evasori. E ora cercano manine e nemici. Imbroglioni. Un grande paese come l’Italia non merita tutto questo”, scrive su twitter il segretario del Partito democratico Maurizio Martina. E Matteo Renzi, chiamato in causa da Di Maio: “È un uomo disperato. Vota a sua insaputa un condono, poi grida allo scandalo. Attacca me. Non capisce il senso dei testi che vota”. Mara Carfagna, vicepresidente della Camera, di Forza Italia, ironizza: “Luigi Di Maio è imprigionato in un episodio della famiglia Addams: è perseguitato dalla mano”.

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