In Pakistan un kamikaze si è fatto esplodere a confine con l’India di Wagah, un attentato suicida avvenuto ieri, 2 novembre 2014, causando la morte di 65 persone, di cui: 10 donne, 7 bambini e 3 paramilitari dei Rangers (stando alle prime informazioni date dai media locali).
In ospedale sono ricoverate circa 100 persone. Il kamikaze indossava tra i 10 e i 15 chili di esplosivo, si era mescolato tra la folla dopo una cerimonia militare; una consueta cerimonia che si svolge tutte le sere al valico tra Pakistan e India.
Tahir Javed, direttore generale provinciale delle forze paramilitari, ha detto che il kamikaze si è fatto saltare a circa 500 metri da un posto di blocco, che era gestito dai suoi uomini. Nessuno, però, sa quale sia il vero motivo dell’attentatore suicida. Mushtaq Sukhera, capo provinciale della polizia, ha rivelato che informative dell’intelligence avevano avvisato le autorità che un simile attentato potesse succedere.
Ahsanullah Ahsan, portavoce di “Jamatul Ahrar”, uno dei tanti gruppi che compongono la galassia dei talebani pachistani, ha detto che l’attacco suicida fa parte della guerra condotta dai suoi militanti contro il governo. Una guerra per che cosa? Per cercare di affermare la loro versione della legge islamica in Pakistan.