Dopo un lungo rodaggio durato alcune settimane e stabilite le interconnessioni con tutte le 128 banche dati, da oggi entra in vigore il “nuovo redditometro”. La nuova arma del fisco contro l’evasione fiscale dovrebbe garantire controlli più affidabili e risultati più corposi. I controlli scatteranno quando i sistemi informatici rileveranno un divario almeno del 20% tra reddito dichiarato e reddito speso, chi segnalato riceverà al proprio domicilio un avviso da parte dell’agenzia delle entrate, dove dovranno presentarsi per giustificare le spese eccessive, ed eventualmente dimostrare che si tratta di denaro risparmiato negli anni precedenti, di prestiti o donazioni ricevute da altri familiari.
In assenza di giustificazioni valide da parte del contribuente di passerà quindi ad un controllo ancora più accurato. Il Fisco chiederebbe spiegazioni ai contribuenti anche delle spese «stimate», cioè di quelle più piccole ed appunto calcolate in base agli indici Istat. Nei casi più gravi, l’amministrazione dovrà quantificare il maggior reddito accertabile e la maggiore imposta da pagare, e di conseguenza chiedere al contribuente di aderire al pagamento delle somme richieste. A questo punto esistono solo due alternative: pagare entro quindici giorni per avere le sanzioni ridotte, oppure avviare un contenzioso, ricorrendo alla giustizia tributaria.