Il metodo di lavoro scelto dal Governo per arrivare a un provvedimento condiviso di modifica del sistema pensionistico segna un’inversione di tendenza nel rapporto con il sindacato, come conferma il ragionamento del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti: “In questo Paese la concertazione è stata per una fase una cosa molto buona, ha consentito di convenire e concordare buoni risultati in un’altra fase è diventata una sorta di colpa di tutti e colpa di nessuno. Io, Susanna Camusso, come tutti i segretari dei sindacati e come i presidenti delle associazioni imprenditoriali, ho continuato a vederli sempre, non si fa il ministro del Lavoro in Italia senza dialogare con le organizzazioni sindacali”.
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Questo cambiamento di fase non è stato completamente risolutivo, ma ha certamente agevolato, dopo le frizioni sul Jobs Act e Giuliano lo riconosce: “Era necessaria una spallata per affrontare il tema della riforma del lavoro e del mercato del lavoro. Era necessario affrontare questo tema con molta forza e riconsegnare al Governo la capacità e la responsabilità di decidere”.
Lo stesso ministro in un’intervista rilasciata a Maria Latella su Sky Tg24, esprime soddisfazione per il lavoro fin qui svolto: “Nella legge di bilancio al capitolo pensioni saranno dedicati circa 2 miliardi di euro. Ci sarà l’aumento della quattordicesima che riguarderà un milione di pensionati che, con un assegno pari a 1,5-2 volte il minimo, non l’avevano e invece, in base alle novità in arrivo sulle pensioni, ora l’avranno”. Oltre all’Anticipo pensionistico e alla ricongiunzione gratuita dei contributi con i due miliardi per i prossimi tre anni saranno affrontati anche il tema delle pensioni per i giovani e le loro carriere lavorative discontinue, senza dimenticare il tema delle lavoratrici.