La misura scelta dal Governo per agevolare l’uscita anticipata dal lavoro rispetto ai 66 anni e sette mesi previsti dalla legge Fornero, è stata quella dell’Anticipo pensionistico che verrà adottato con l’approvazione della prossima legge di Bilancio. Con l’anticipo, attraverso un prestito pensionistico che il lavoratore che dovrà restituire in rate ventennali, i dipendenti sia del settore pubblico che del settore privato potranno volontariamente scegliere di anticipate l’uscita dal lavoro qualora abbiano 63 anni di età e un minimo di vent’anni di contribuzione. L’altro requisito necessario è che il futuro assegno pensionistico equivalga almeno a 1,4 volte il minimo.
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Per i lavoratori del settore privato è rimasta la possibilità della pensione anticipata avendo maturato 64 anni di età se nel 2012 avevano già raggiunto Quota 96 sommando età anagrafica e contributi, ad esempio 60 anni di età più 36 di contributi o 61 più 35. Mentre per le donne lavoratrici la pensione anticipata a 64 anni è possibile se entro il 2012 è stata raggiunta l’età anagrafica di 60 anni di età con 20 anni di contributi. Anche a questa Quota 96 viene applicata l’adeguamento all’aspettativa di vita cosicché dal 1° 2016 l’età anagrafica è stata incrementata fino a 64 anni e sette mesi. Per questa categoria di lavoratori quest’uscita è certamente più conveniente dell’Anticipo pensionistico.
Mentre per alcune categorie di lavoratori bisognosi di tutela sarà lo Stato a coprire i costi con il cosiddetto Ape sociale. Il requisito necessario è 63 anni e 30 di contributi versati per disoccupati, disabili e parenti di primo grado convivente con un disabile oppure 63 anni e 36 anni di contributi per i lavoratori che svolgono attività usuranti o gravose