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Pensioni 2016 news oggi: con Paolo Gentiloni al governo, Tommaso Nannicini nuovo ministro?

12/12/2016 15:51

Governo Gentiloni: critiche dal M5S e dalle opposizioni

Paolo Gentiloni ex ministro degli Esteri, uomo molto vicino all’ex premier Matteo Renzi ed esponente del Partito democratico, domenica 11 dicembre 2016, ha ricevuto l’incarico dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di formare al più presto il nuovo Esecutivo. Gentiloni già oggi, potrebbe sciogliere la riserva e tornare al Quirinale per accettare l’incarico con la lista dei nomi dei nuovi ministri. L’incarico dato a Paolo Gentiloni ha incontrato le forti critiche di tutte le opposizioni, dalla Lega Nord, al Movimento 5 Stelle e a Forza Italia che pure ha aperto un piccolo spiraglio di collaborazione su un tavolo sulla nuova legge elettorale. I cinque stelle in particolare minacciano di votare contro al voto di fiducia che le due Camere dovranno esprimere sul nuvo Governo, come plateale atto di rottura e costatazione perché si continua a perdere tempo, utilizzando ogni alibi per non ridare la parola al popolo attraverso nuove elezioni. Tra i particolari protagonisti del circolo mediatico Alessandro Di Battista, su Facebook ha scritto: “Dopo la sconfitta al referendum Renzi doveva lasciare la politica e invece è stato lui ad indicare a Mattarella Gentiloni, il suo “avatar”, l’ennesimo politicante di professione interessato a far perdere ai cittadini la loro sovranità. Saremo, come sempre, pura partecipazione e nonviolenza, ma reagiremo, il popolo italiano non può essere ancora calpestato!”. Molti lavoratori si chiedono se qualcosa potrà cambiare nelle scelte del nuovo Governo sulle pensioni e sulle politiche del lavoro.

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Nuovo Governo Gentiloni: quali novità per le pensioni?

I lavoratori prossimi alla pensione si chiedono se con le dimissioni di Matteo Renzi, il nuovo esecutivo guidato da Paolo Gentiloni possa modificare le misure previdenziali contenute nella legge di Bilancio approvata dalle Camere che, lascia scontenti molte categorie di lavoratori, ma introdurrà maggiore flessibilità in uscita e garantirà la pensione a migliaia di lavoratori esodati, finora tagliati fuori d qualsiasi forma di reddito. Anche Tito Boeri, presidente dell’Inps, prima del voto referendario del 4 dicembre scorso, aveva preannunciato dei rischi in caso di vittoria del “No”, ma Matteo Renzi era intervenuto prontamente per garantire che la riforma delle pensioni sarebbe andata avanti in ogni caso. L’approvazione della legge di Bilancio è infatti l’ultimo impegno che Matteo Renzi ha assolto prima di dimettersi. Dunque al governo Gentiloni e ai suoi ministri toccherà dare attuazione con i decreti alle misure previdenziali approvate nella legge di Bilancio.

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Nuovo Gverno Gentiloni: Tommaso Nannicini nuovo ministro? Si aprirebbe la fase due per le pensioni

Mentre cresce l’attesa di conoscere il nome di colui che andrà ad assumere l’incarico al Ministero del Lavoro in sostituzione del ministro Giuliano Poletti, che secondo alcune indiscrezioni non verrebbe confermato, sarebbero particolarmente quotati i nomi di Tersa Bellanova e di Tommaso Nannicini. Quest’ultimo è già ben noto ai lavoratori e ai sindacati, poiché, su incarico di Matteo Renzi, ha coordinato il gruppo di lavoro insediato a Palazzo Chigi che ha seguito il dossier pensioni. Con Nannicini al ministero del Lavoro troverebbe continuità il processo di riforma del sistema previdenziale con la cosiddetta fase due con altre modifiche alla legge Fornero: formare una pensione contributiva di solidarietà per i giovani lavoratori per potergli offrire un minimo di garanzia pensionistica e differenziare il criterio dell’adeguamento della speranza di vita in base al tipo di lavoro svolto. Mentre Teresa Bellanova ex sindacalista della Cgil, sarebbe una scelta all’insegna della novità, quasi sicuramente si batterebbe per ulteriori miglioramenti rispetto all’attuale quota 41 limitata solo a una parte dei lavoratori precoci, in quanto collegata al rilancio occupazionale, così anche per la proroga del regime Opzione Donna, al momento esteso solo alle nate dell’ultimo trimestre ’57 – ’58, nonostante l’introduzione del “contatore” e il residuo di risorse economiche non spese.