Nonostante il lungo e impegnativo lavoro sulla riforma delle pensioni portato avanti dal governo di Matteo Renzi, anche attraverso un approccio dialogante e costruttivo con i sindacati, è approdato alle misure di modifica della legge Fornero inserite nella Legge di Stabilità e già approvate alla Camera, ciò non è stato sufficiente a trasmettere la percezione di una giusta attenzione alle categorie di lavoratori, in attesa della pensione, penalizzate dalla stessa Legge Fornero varata dal Governo dei tecnici presieduto da Mario Monti.
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In particolare i lavoratori precoci che si erano mobilitati per rivendicare la possibilità della pensione anticipata con 41 anni di contributi senza limitazioni di età e che si sono organizzati nel gruppo Facebook “Lavoratori uniti a tutela dei propri diritti”, rimasti insoddisfatti per quanto proposto dal Governo nella legge di Bilancio, si sono schierati apertamente per il “No” al referendum in aperta polemica con il premier Matteo Renzi e il suo Governo.[amazon kw=”Humax Digimax Videoregistratore Digitale Terrestre FTA Full HD, Cassetto HDD, Telecomando, Nero” code=”distefano-21″/]
Ora esultano sul web per l’esito della consultazione culminata con le dimissioni del contestato premier e auspicano la completa abolizione della legge Fornero: “Hanno cercato una politica di spesa per conquistarsi la simpatia degli elettori, sarebbe stato meglio approvare la quota 41 per soddisfare le esigenze dei lavoratori e rendere giustizia a chi ha lavorato per più di 40 anni”. Molti precoci pensano che: “Sia stata sconfitta una linea politica subalterna ai poteri forti privilegiando il rapporto con i poteri forti a quello con il mondo del lavoro”.