Non si placa la discussione sulle pensioni: come i più di voi ricorderanno, lo scorso 21 febbraio si è riaperto il dialogo tra Governo e sindacati, con l’obiettivo di intraprendere un percorso condiviso nella seconda fase del processo di riforma previdenziale. E sono ancora in molti ad attendere risposte.
I decreti attuativi su Ape e lavoratori precoci si sarebbero già dovuti varare, e oggi 13 marzo la discussione avrebbe dovuto portare a una svolta. Restano, infatti, ancora diversi nodi da sciogliere soprattutto per quanto riguarda le modalità con cui si concretizzerà l’anticipo pensionistico, ovvero quali saranno gli accordi con il sistema bancario e assicurativo, come si otterrà il finanziamento e come dovrà essere restituito il prestito previdenziale. I pensionandi, inoltre, rimangono in attesa di conoscere il valore della percentuale di penalizzazione sulla pensione rispetto a ogni anno di anticipo.
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Altri punti interrogativi riguardano più nello specifico l’Ape social: all’accertamento dei requisiti alla documentazione da presentare, fino ai criteri di priorità da adottare tra le varie categorie che potranno avere accesso. Novità in vista anche per i precoci: anche se la platea ammessa alla quota 41 rimarrà fondamentalmente quella individuata, resta da capire come si accerteranno le condizioni per accedere alla misura e se la platea degli addetti alle mansioni gravose debba essere intesa in modo più o meno restrittivo.
Intanto rendiamo noto ai lettori che – come riporta BlastingNews.it – l’incontro fissato in data odierna tra sindacati e Governo è stato rinviato al 20 marzo. Grande la delusione dei lavoratori precoci, che in questo momento stanno presidiando la sede del Ministero del Lavoro.
In apertura: foto tratta dalla pagina Facebook “Lavoratori precoci uniti a tutela dei propri diritti”
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