Pensioni 2017 news: Ape social e donne madri, depositato emendamento ecco cosa cambia
Il Governo ha depositato l’atteso emendamento alla legge di Bilancio che riguarda l’Ape social, che contiene i correttivi approvati nei giorni scorsi. Ricordiamo che queste modifiche hanno determinato posizioni diversificate dei sindacati Cgil, Cisl e Uil con cui il Governo ha avuto una lunga stagione di confronti. Nell’emendamento si prevede l’ampliamento della platea dei beneficiari dell’Ape social, che ora riguarderà 15 categorie di lavori gravosi.
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Pensioni 2017 news: Ape social e donne madri, depositato emendamento ecco cosa cambia
Rispetto alla normativa vigente, la platea dei destinatari dell’Anticipo pensionistico cosiddetto sociale passa da 11 categorie a 15, i soggetti che rientreranno in possesso dei requisiti, dunque, potranno accedere alla pensione anticipata. L’accordo su questa modifica è stato raggiunto solamente tra il Governo, Cisl e Uil, mentre la Cgil ha giudicato insufficiente la proposta. Con il nuovo emendamento viene modificato la tempistica di svolgimento di una di queste attività: dall’attuale minimo di sei anni negli ultimi sette che precedono l’accesso alla pensione, ai sette anni negli ultimi dieci. Inoltre è prevista la proroga di un anno dell’Ape sociale e la sua estensione anche ai lavoratori rimasti disoccupati per la scadenza di un contratto a termine. Il maggior numero di beneficiari dell’Ape social non comporterà l’impegno di ulteriori risorse economiche, dato che quest’anno le domande sono state di gran lunga inferiori alle previsioni. I risparmi, infatti, saranno versati in un Fondo speciale, appositamente istituito per prorogare l’Anticipo pensionistico in futuro.
Pensioni 2017 news: Ape social e donne madri, depositato emendamento ecco cosa cambia
Altra tematica su cui il Governo ha trovato un accordo con i sindacati riguarda lo sconto contributivo alle lavoratrici-madri per l’accesso all’Ape social, con l’inserimento di un bonus che è passato da sei mesi a un anno per ogni figlio, ma con un tetto massimo di due anni. L’orientamento del Governo di non voler prorogare al 2018 il regime previdenziale di Opzione Donna ha scatenato dure critiche da parte di molte lavoratrici, che stanno portando avanti con determinazione lo sciopero della fame, nella speranza che in extremis accolta venga accolta la loro richiesta continuare la misura sperimentale.