Importanti novità in merito alla riforma pensioni 2018 con il Governo Conte. Perché la legge Fornero non sarà abolita? Tiene banco la riforma Pensioni 2018. Con l’introduzione della cosiddetta Quota 100. L’uscita dal lavoro a 64 anni, dunque con la Quota 100, potrebbe comportare un taglio dell’assegno di almeno l’8% secondo una prima stima. Calcolando questa riduzione su un lavoratore che lascia il lavoro con uno stipendio mensile di 1200 euro, con le regole attuali andrebbe in pensione a 67 anni con un assegno di 900 euro al mese; con la quota 100 lascerebbe a 64 anni con 828 euro di assegno, pari a quasi una mensilità in meno ogni anno. Come già spiegato in questo articolo, la novità di questi giorni è un decreto legge pubblicato nella Gazzetta ufficiale venerdì, ma approvato il 15 maggio scorso, quando il governo Conte non era ancora in carica e Luigi Di Maio non era ministro del Lavoro. La legge ha fissato un nuovo adeguamento che comporterà un taglio medio dell’1,2% per chi andrà in pensione nel 2019. L’adeguamento vale solo per le pensioni calcolate con il metodo contributivo. Ma abolire la Legge Fornero sarà possibile? Intanto, arriva una doccia gelata per gli italiani…
Pensioni d’oro tagli, proposta rimandata
Taglio delle pensioni d’oro rimandato a settembre. La proposta di legge sulla riduzione degli assegni più alti, ha annunciato stamane il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro Luigi Di Maio in diretta dagli studi di Agorà Estate, sarebbe infatti “pronta e la calendarizzeremo a settembre, perché tra decreto dignità, decreto motovedette, milleproroghe, decreto ministeri, che sono stati provvedimenti importanti per affrontare il tema dell’immigrazione, del precariato e di altre crisi sociali, non siamo riusciti a portarla avanti nel dibattito parlamentare di questi primi due mesi”. “Ma lo faremo da settembre, non solo – aggiunge – per i pensionati d’oro ex manager di Stato, i grandi pensionati che da quattromila euro in su non hanno versato i contributi e prendono pensioni anche di ventimila euro al mese, ma anche per i sindacalisti. Perché ci sono non pochi privilegi anche per i sindacalisti sulle pensioni. Quindi sarà un provvedimento a 360 gradi che ridarà alle pensioni minime e toglierà alle pensioni d’oro”.
Riforma pensioni 2018: come funzionerebbe la Quota 100
Cosa sappiamo sulla quota 100 per quanto concerne la Riforma Pensioni 2018 proposta dal Governo Conte? Come abbiamo già evidenziato più volte, si tratta della possibilità di uscire dal lavoro quando la somma degli anni di contributi versati e l’età anagrafica dà un risultato pari a 100 anni. Questo vuol dire che se si hanno 20 anni di contributi si andrà in pensione a 80? Assolutamente no. La Pensione Quota 100, infatti, non andrebbe a sostituire la pensione di “vecchiaia”. Si ritornerebbe, in somma, al periodo precedente alla Riforma Fornero. A oggi sopravvivono alcune tipologie residuali di pensione di anzianità con le quote: si tratta delle pensioni degli addetti ai lavori usuranti, delle pensioni dei beneficiari delle salvaguardie e del cosiddetto salvacondotto. Ma anche se si andrebbe in pensione prima lo si farebbe con meno soldi.