Da quando è iniziata l’avventura politica del Movimento Cinque Stelle nel lontano 2009, la molla è sempre stata la stessa: ascoltare, dialogare, ma soprattutto dare la parola ai sostenitori. Proprio con questo spirito è nata la piattaforma Rousseau, di cui si è tornati a parlare prepotentemente negli ultimi giorni, proprio perché toccherà a quest’ultima, grazie al voto degli elettori, decidere le sorti del governo Conte Bis. Sull’esecutivo giallo-rosso i militanti del Movimento Cinque Stelle saranno chiamati a votare oggi, 3 settembre 2019, dalle ore 9 fino alle 18.
Piattaforma Rousseau cos’è e come funziona
La domanda posta dai vertici del M5s è la seguente: “Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo insieme al Partito Democratico e presieduto da Giuseppe Conte?”. Ma cosa bisogna fare per rispondere al quesito? Come funziona nello specifico la piattaforma Rousseau? Si tratta di un non-luogo virtuale in cui si discutono le principali azioni del partito. Non è niente altro che un sito internet con un’area riservata, a cui possono accedere soltanto gli iscritti che devono identificarsi con account e password. Ovviamente è necessario dimostrare di essere tesserati grillini per poter aver voce in capitolo sul portale, che non è di proprietà del M5s. La piattaforma Rosseau appartiene, infatti, ad una società privata senza scopo di lucro, l’Associazione Rousseau appunto, fondata da Gianroberto Casaleggio, ora gestita dal figlio Davide assieme a Massimo Bugani, Pietro Dettori e Enrica Sabatini. Un sistema, quello della piattaforma Rousseau, a cui il movimento nella sua decennale storia ha fatto ricorso in più occasioni – almeno una settantina di volte – ad esempio dopo il tracollo delle elezioni Europee quando agli elettori è stato chiesto se volessero confermare Luigi Di Maio come leader.
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Le parole dell’ex presidente della Corte Costituzionale Giovanni Maria Flick
Oggi, come anticipato, sulla piattaforma Rousseau si discuteranno le linee programmatiche del governo giallo-rosso in fieri: cosa decideranno i sostenitori del M5s? «Non è incostituzionale in sé, ma mi sembra contro lo spirito della Carta far diventare la piattaforma Rousseau, o un’altra simile, uno strumento per l’esercizio della sovranità!», ha dichiarato l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick, intervistato stamani da “La Repubblica”. Ad essere chiamati in causa non sono, infatti, tutti i cittadini: «Di fronte all’opinione pubblica appare quello di un sondaggio a cui partecipano solo pochi eletti (pardon, elettori) e che si sovrappone a quella prevista dalle nostre leggi. Aggiungo che questa sì può diventare una forma di delegittimazione non solo di metodo, ma del contenuto perché in qualche modo altera l’iter previsto dalla Costituzione per individuare prima la maggioranza (che spetta al Parlamento) e poi il governo (che spetta al presidente della Repubblica)», ha ribadito sempre Flick.
Criticità della piattaforma Rousseau: falle del sistema e costi
Non mancano perplessità, tantomeno problematiche legate alla piattaforma. Il portale non è a prova di hacker, difatti per questa ragione Rousseau ha ricevuto tempo fa un’ammenda di 50.000 euro in quanto la piattaforma “non garantisce la protezione delle schede elettroniche e l’anonimato dei votanti in tutte le fasi del procedimento elettorale elettronico”. Un altro deficit è rappresentato dalla verifica dei risultati: non c’è una società terza che controlla e computa i voti effettivi, ma solo un anonimo notaio di fiducia del movimento. Nè, come sottolinea “Panorama”, mancano bug, falle del sistema e black out, “ritenuti sospetti dagli addetti ai lavori in quanto potrebbero rappresentare una copertura per alterare la volontà espressa dall’elettorato”.
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Un altro punto sfavorevole alla piattaforma Rousseau è il giro di denaro che c’è dietro: ogni politico del M5S, sempre secondo “Panorama”, ogni mese deve versare 300 euro al portale. Anche gli stessi militanti, per aver diritto al voto, devono pagare. Il Sole24 Ore specifica che “tra contributi da persone fisiche e proventi da eventi e attività editoriali, nel 2018 l’Associazione Rousseau ha incassato 1,24 milioni di euro, tra i quali spiccano i 699.844 euro provenienti dai parlamentari M5S”.