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Piattaforma Rousseau, Flick all’attacco: «È contro lo spirito della Costituzione!»

03/09/2019 10:37 - Aggiornamento 03/09/2019 10:45

Oggi, 3 settembre 2019, dalle ore 9 fino alle 18, i militanti del Movimento Cinque Stelle sono chiamati ad esprimersi sulla formazione dell’esecutivo Conte bis attraverso la piattaforma Rousseau, un sistema gestito da una società privata senza scopo di lucro, fondata da Gianroberto Casaleggio. Una forma di democrazia partecipativa questa, che chiama in causa direttamente una fetta di cittadini (non tutti), che ha fatto storcere il naso ad alcuni costituzionalisti. Tra questi Giovanni Maria Flick, che intervistato da “La Repubblica” ha voluto dire la sua.

Flick: «Far dipendere la nascita del governo dal voto su Rousseau è contro lo spirito della Costituzione!»

“Sei d’accordo che il Movimento 5 Stelle faccia partire un Governo insieme al Partito Democratico e presieduto da Giuseppe Conte?”, questa è la domanda rivolta agli elettori del Movimento 5 stelle sulla piattaforma Rousseau. Un quesito che lascia perplesso l’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick: «È estremamente fragile costruire la decisione politica sulla ambiguità di una domanda in cui si discuta come essenziale la prevalenza del sì o del no. Già questo dimostra come sia difficile affidare a un censimento di pochi una decisione elettorale che richiede invece ben altre garanzie!». È accettabile un voto preventivo al governo giallo-rosso? O esso viola i principi della Costituzione? Il problema secondo Flick è nel “metodo”, ossia “delegittimare uno dei momenti più significativi della vita democratica attraverso una procedura di carattere privatistico sulla cui controllabilità occorre esprimere un atto di fede”. Una consultazione di questo tipo non lederebbe i poteri del presidente della Repubblica, il quale affida al Presidente del Consiglio l’incarico di nominare i Ministri: «Sono certo che il presidente della Repubblica non si lasci influenzare da stimoli esterni, estranei alla logica costituzionale e che non rientrano in alcun modo “nelle forme e nei limiti” previsti dalla Costituzione per l’esercizio della democrazia!», ha dichiarato Flick, il quale però ha precisato: «Tutto può disturbare l’esercizio della democrazia e per questo il momento elettorale e quello di scelta del governo sono circondati da una serie di cautele e di forme rigide. Ma l’uso della piattaforma rimane un’iniziativa di carattere esclusivamente privatistico!».

«Una forma di delegittimazione non solo di metodo, ma del contenuto perché in qualche modo altera l’iter previsto dalla Costituzione!»

Votare con click? Questo ci attende per l’avvenire? Per Flick la scelta di Rousseau non è una strada “populista”, ma un’opzione “tecnocratica”. Per esprimere la propria opinione bisogna cliccare su un’area riservata della piattaforma Rousseau, a cui possono accedere soltanto gli iscritti che devono identificarsi con account e password. A dire la propria sono soltanto gli elettori del Movimento, non tutti gli Italiani, e questo desta parecchie criticità: «È il fatto che siamo di fronte a un qualcosa di completamente estraneo alle indicazioni e alle modalità prescritte dalla Costituzione. Aggiungo prescritte giustamente perché possono far sorgere il dubbio che possa votare con un clic solo un certo tipo di persone, mentre il voto è riconosciuto a tutti come diritto fondamentale di democrazia!». L’ex presidente della Corte costituzionale Giovanni Maria Flick ha concluso: «Il risultato di fronte all’opinione pubblica appare quello di un sondaggio a cui partecipano solo pochi eletti  (pardon, elettori) e che si sovrappone a quella prevista dalle nostre leggi. Aggiungo che questa sì può diventare una forma di delegittimazione non solo di metodo, ma del contenuto perché in qualche modo altera l’iter previsto dalla Costituzione per individuare prima la maggioranza (che spetta al Parlamento) e poi il governo (che spetta al presidente della Repubblica)».

Costituzionalisti contro Rousseau: «Non si gioca con la democrazia!»

Ma Flick non è il solo tuonare contro Rousseau. Netta la posizione anche di Sabino Cassese, che su “Il Corriere della sera” ha dichiarato: «Non si gioca con la democrazia!». Parimenti ostile Cesare Mirabelli che ha intervistato da “La Stampa” ha detto: «Così la democrazia rappresentativa va a mare!». Lo stesso, preoccupato per un eventuale no degli elettori, ha poi aggiunto: «Il presidente incaricato, sulla base del voto di un numero ristretto di persone, sia pure iscritte al partito M5S, si ritira e restituisce il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica? Non è quanto stabilisce la Costituzione!». 

leggi anche l’articolo —> Piattaforma Rousseau cos’è, come funziona e quanto costa