A venticinque anni dalla morte di uno dei più profondi e struggenti cantautori italiani, Sky Arte dedica uno speciale al “poeta dell’assenza”, al cantautore Piero Ciampi. Lunedì 19 gennaio, dalle ore 21:10, andrà infatti in onda il film-documentario del regista Marco Porotti “Piero Ciampi. Poeta, anarchico, musicista” (canali 110/130/400).
“Ci siamo affidati non solo a chi lo conobbe e lo frequentò, ma anche a quei musicisti che l’hanno omaggiato” spiega Porotti, che per la scarsità dei documenti d’archivio ha dovuto “pescare” molto nel presente. A guidare i telespettatori non ci sarà solo Morgan, uno dei primi a riproporre Piero Ciampi (o Piero Litaliano, come si faceva chiamare agli inizi) al grande pubblico, ma anche Erriquez della Bandabardò, Piero Pelù e Francesco Bianconi dei Baustelle che dice “fu come un fiore di campo che nasce dove vuole e che esplode con tutta la sua tragica e bellissima violenza”. Grande assente, purtroppo, la compagna di vita e di musica Nada, anch’essa livornese, l’unica ad aver interpretato un intero disco di canzoni regalatale da Ciampi.
Ad accompagnare il regista Porotti e gli spettatori alla scoperta di questo grandissimo artista e dei luoghi della sua vita quello che alcuni considerano l’erede di Piero, Bobo Rondelli, l’altro cantautore livornese che proprio in questi mesi sta girando i teatri d’Italia con “Ciampi ve lo faccio vedere io”, uno spettacolo in cui interpreta e reinterpreta il tesoro artistico di Piero. Per lui Ciampi è “il prototipo del livornese che non ha paura nemmeno della morte, con la voglia di autodistruggersi e di essere accattone, tanto per citare Pasolini. È forse l’unico cantante italiano che è riuscito a cantare l’amore in modo nudo e crudo, cercando la verità nel profondo, senza pudore. Un anticipatore di Vasco Rossi col suo cantare sguaiato, ubriaco”.
Il documentario ricostruirà gli esordi a Parigi (dove, come ricorda l’inventore del premio a lui dedicato, Piero Ciampi conobbe Celine e Leonard Cohen) e quelli italiani (raccontati dal mitico Gianfranco Reverberi, pietra miliare della musica e della discografia italiana), il periodo romano, gli aneddoti ironici, il senso della sua esistenza turbolenta: “Dietro il dolore– racconta Roberto Vecchioni– c’era la voglia di ribaltare tutto, ma non l’aggressività per farlo: Ciampi aveva soltanto la tenerezza, la debolezza per ribaltare se stesso”.
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