Riparte il processo d’appello-bis per l’uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher, la cui prossima udienza si terrà mercoledì 6 novembre. Le novità che saranno dibattute in aula riguardano il dato emerso dalla perizia svolta dai Ris e depositata stamane alla Corte d’Assise d’Appello di Firenze: appartiene ad Amanda Knox la traccia di Dna isolata sulla lama del coltello considerato l’arma usata per uccidere Meredith. E non è la prima: già un’altra fu evidenziata, durante il corso delle indagini per il processo di primo grado, proprio sul manico di quel coltello incriminato.
Identificata come traccia ‘I’ -la cui attribuzione alla Knox fu a suo tempo ampiamente contestata- ora è diventata il fulcro su cui verteranno le argomentazioni di accusa e difesa durante il processo d’appello-bis. I Ris hanno infatti isolato su di essa il profilo genetico di Amanda, come già in precedenza fecero i periti della Corte d’Assise d’Appello di Perugia sulla lama di quel coltello sequestrato a casa di Sollecito.
La relazione depositata oggi in Corte d’Assise d’appello di Firenze dai periti Andrea Berti e Filippo Barni, recita così: “La valutazione complessiva delle risultanze interpretative poste in essere, consente di supportare in maniera estremamente significativa l’ipotesi che materiale genetico di Amanda Marie Knox sia presente nella traccia `I´ e che quindi Amanda Knox abbia contribuito con proprio materiale biologico alla traccia `I'”. In occasione dell’udienza del 6 novembre, come annunciato dal padre Francesco e confermato dall’avvocato Bongiorno (uno dei legali di Sollecito), dovrebbe presentarsi in aula anche Raffaele Sollecito che avrebbe l’intenzione di rilasciare spontanee.