Per diventare il nuovo Presidente della Repubblica Romano Prodi, candidato di Pd e Sel, deve ottenere almeno 504 voti. Tra poco inizierà la quarta votazione, ma non è ancora chiaro se Bersani dirà ai suoi di votare il Professore o di aspettare che arrivino segnali anche dalle altre formazioni politiche, in primis Scelta Civica.
Se il Pd iniziasse a votare Prodi fin dalla prossima chiama pur non avendo certezza sui numeri per una sua elezione, il rischio è quello di indebolire anche la candidatura dell’ex Presidente della Commissione Ue e di gettare il partito nel caos più completo, causandone l’implosione.
Le incognite sono ancora troppe: è ancora poco chiaro cosa farà Scelta Civica, che dice di voler votare Anna Maria Cancellieri ma si è detta possibilista su Prodi, almeno per bocca di Pierferdinando Casini. Altrettanto poco chiaro – ed è la cosa che più spaventa il Pd – è l’atteggiamento dell’area del partito che fa riferimento a Massimo D’Alema.
Lui si schermisce e manifesta approvazione piena alla candidatura di Romano Prodi, ma nell’ultima votazione di stamattina l’ex premier e Ministro degli Esteri ha ottenuto 34 voti. Dissenso su Prodi o pretattica? Non è dato sapere al momento, ma se davvero il Pd non votasse compatto nemmeno per Prodi allora sarebbe la fine.
Vedremo se già dalla quarta votazione il Professore sarà in pista, ma l’ipotesi più concreta è che si vada verso una convergenza dei centristi di Monti, ma solo domattina. Il disegno è preciso: far indebolire l’alternativa a Romano Prodi, che al momento è una sola, e porta il nome di Stefano Rodotà cui probabilmente il Pd non perdona l’infatuamento con Grillo.
ELEZIONE PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA IN DIRETTA STREAMING SUL WEB