Quando si dice il buon vicinato…Una donna canadese, madre di un bimbo autistico, Karla Begley ha pubblicamente denunciato una vicina di casa rea di aver scritto una lettera a dir poco imbarazzante per l’antropologia umana entro la quale proponeva delle soluzioni per levarsi di torno Max e la sua forma di autismo. La vicina, anch’essa madre di due figli, si è firmata “una madre incazzata”. La sua ira deriva dal fatto che Max cammini per l’isolato e giochi all’aperto esponendo la sua sindrome senza vergogna.
“Anche io vivo in questo quartiere”, scrive la vicina, “e far uscire tutti i giorni il bambino è un gesto egoista, perché causa fastidio a tutti con quel rumore da balena che fa di continuo, che fa spaventare anche i miei figli normali”. Iniziano poi le stilettate peggiori, circa il futuro che Max potrà avere di cui, sua madre, si preoccupa già tutti i giorni; nell’incertezza la vicina scrive: “Lui è un ostacolo per tutti e sarà sempre così. Nessuno si prenderà cura di lui, nessun datore di lavoro lo assumerà e nessuna ragazza normale lo sposerà. Personalmente dovrebbero prendere tutto quello che c’è di non ritardato nel suo corpo e donarlo alla scienza. Oppure fate tutti un favore alla comunità e andatevene. Andatevene o fategli l’eutanasia”.
Karla Begley, dopo aver ricevuto questa missiva è crollata e versa in uno stato di disperazione acuta; ha deciso di diffondere la lettera su twitter, dove centinaia di persone le hanno espresso vicinanza e solidarietà. Anche la polizia canadese ha deciso di entrare in azione indagando sull’accaduto.