Le mosse di Putin sono tante e pensate con la testa di un vero stratega. Dopo la morte di tre separatisti filo-russi in una sparatoria a Slaviansk, in un posto di blocco con sospetti sostenitori del governo ucraino, la tregua dei giorni di Pasqua e gli accordi di Ginevra tra Russia, Stati Uniti, Unione Europea ed Ucraina si sono sciolti. Lavrov, il Ministro degli Esteri della Russia, ha accusato apertamente Kiev di non fare nulla per mettere uno stop alla crisi ucraina, ma anzi, di fomentarne una guerra civile.
Vladimir Putin allora passa ad una mossa di generosità e delibera una nuova riforma che prevede la cittadinanza (e quindi un passaporto) più veloce e facile da ottenere per tutti i russofoni che al momento vivono nelle repubbliche dell’ex Unione Sovietica. Tutti i madrelingua russi che hanno vissuto in Russia o in un paese dell’ex Urss hanno questo privilegio. Tutto si velocizza per chi vuole tornare a sentirsi Russo per davvero, ogni richiesta verrà valutata entro tre mesi.
Un gesto di apertura e di invito ad entrare ne preclude un altro di chiusura e di avviso ad uscire. Pavel Durov, il fondatore e direttore generale di VKontakte (Facebook russo), ha lasciato la Russia e ha dichiarato di non volerci tornare dopo che è stato licenziato dal suo stesso Social Network. Durov si era rifiutato di fornire alcuni dati al Servizio Federale russo e di chiudere la pagina dei sostenitori di Navalny. Anche se Putin ha negato a Snowden di fare come la NSA, oggi Durov, in un post sul suo sito, ha scritto “VKontakte è stato trasferito sotto il pieno controllo di Igor Sechin e Alisher Usmanov”, due magnati del petrolio molto vicini a… Putin.