Il futuro dell’aiuto in casa è un robot. Saranno sollevati i figli di tutto il mondo a sapere che presto un umanoide personale sostituirà tutti quei noiosi lavoretti richiesti dalle madri. Al di là degli scherzi la notizia esiste: R1, questo il nome del robot in questione, sarà il collaboratore domestico del futuro. Giorgio Metta, vicedirettore scientifico dell’Istituto italiano di tecnologia (Iit) di Genova, lo ha definito “una presenza abituale del futuro“. Ma veniamo alle caratteristiche di R1, il robot è dotato di una figura antropomorfa, un design rassicurante, 2 ruote per facilitarne il movimento e 28 motori per gli spostamenti.
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L’umanoide personale sarà capace anche di estendere le braccia, magari per raccogliere oggetti da terra, e sarà dotato di sensori per la temperatura nelle mani. Insomma R1 è il sogno di tutte le mamme della terra e non è assurdo pensarlo tra le casse del supermercato a fare la spesa. “A differenza della maggior parte dei team che conducono studi sull’intelligenza artificiale – ancora Metta sul progetto – noi sviluppiamo le capacità del robot lavorando direttamente sul prototipo. È questa la cosiddetta ‘cognizione incorporata’, cioè l’idea, supportata dalle evidenze neuroscientifiche, che la cognizione, anche la più astratta e simbolica, non sia indipendente dal corpo che la implementa“.
R1 è la risposta made in Italy al mercato giapponese dei Robot e a considerare le caratteristiche è anche un’ottima risposta. L’umanoide italiano è in grado di comunicare attraverso le espressioni del viso, in realtà uno schermo a colori, ed è alto 125 centimetri. Il progetto è costato un milione di euro e 16 mesi di lavoro per 22 giovani ricercatori dell’Iit. I tempi di commercializzazione previsti sono di 18 mesi, con un esborso futuro, per chiunque sia interessato, che varia dai 3.000 ai 5.000 euro.