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Reddito di cittadinanza 2019, ritardi nella seconda fase: centri per l’impiego senza elenchi

Reddito di cittadinanza un flop? Qualche giornale ha titolato così in riferimento al fatto che la seconda fase, quella che prevede l’avviamento al lavoro dei beneficiari, è in ritardo. Alla scadenza del 24 giugno, infatti, alle regioni ancora non sono arrivati dall’Anpal i nominativi dei percettori del sussidio e dei loro familiari. Per firmare il Patto per il lavoro non è stato chiamato ancora nessuno, benché la legge dica che la convocazione debba avvenire «entro 30 giorni dal riconoscimento del sussidio». 

Reddito di cittadinanza, centri per l’impiego senza elenchi: ritardo nella seconda fase

Come riporta Il Sole24ore dai centri per l’impiego non sono partite le chiamate per contattare i beneficiari del sussidio, nemmeno coloro che per primi ad aprile 2019 hanno ottenuto la Card del reddito di cittadinanza. In mancanza di elenchi però le politiche attive del lavoro non possono prendere il largo e di conseguenza quello che era negli intenti un provvedimento per il reintegro nel mercato del mondo del lavoro resta di fatto al momento una misura di tipo assistenziale. «Chiediamo di essere messi nelle condizioni di far operare i centri per l’impiego, forniteci gli elenchi quanto prima», ha chiarito l’assessore al lavoro della regione Lazio, Claudio Di Berardino. E ovviamente non è il solo ad essere in allarme per il ritardo. Secondo Anpal bisognerà pazientare fino a domani 26 giugno 2019: non si tratta che di una fase transitoria volta a compiere una sorta di scrematura tra quanti realmente sono non occupabili (perché minorenni ad esempio), quanti in disagio sociale sono da assegnare ai comuni per un “Patto di inclusione”, e quanti infine dovranno sottoscrivere invece un “Patto per il lavoro”. Terminata tale lunga procedura, i centri per l’impiego potranno contattare telefonicamente i percettori del reddito di cittadinanza. 

Convocazioni e sanzioni: cosa si rischia davvero?

Cosa accade poi? Viene fissato un appuntamento durante il quale viene compilata la cosiddetta Did, la dichiarazione di immediata disponibilità. Come scrive Il Sole24ore «una volta preso in carico, il beneficiario dovrà collaborare con l’operatore del Cpi nella redazione del bilancio delle competenze, dovrà registrarsi nella piattaforma digitale da consultare quotidianamente come strumento di supporto nella ricerca del lavoro, e svolgere settimanalmente una serie di attività(compresi corsi di formazione o di riqualificazione)». Cosa rischia poi chi non si presenta alle convocazioni? In assenza di un giustificato motivo, la prima volta scatta la decurtazione di una mensilità del reddito di cittadinanza, la seconda vengono tagliate due mensilità. La terza volta, invece, si perde in toto il diritto al sussidio.

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